Geologi: a breve un concorso nazionale del Ministero dei Beni Culturali

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L’Italia che detiene il più alto numero di siti UNESCO, ma allo stesso tempo anche un territorio continuamente martoriato dal dissesto, dovrebbe avere già geologi nei vari Enti e non solo nei Comuni

Oggi la figura del geologo è essenziale. La specializzazione della ricerca è arrivata ad un punto tale da ritenere necessario il geologo anche in campo archeologico. Le strutture archeologiche sono all’interno del suolo e nessuno meglio dei geologi ha conoscenza del suolo, della terra. Il prossimo concorso nazionale del Ministero dei Beni Culturali prevederà la figura del geologo. Magari non ci sarà un geologo per ogni Soprintendenza ma almeno uno per regione. Allo stato attuale ad esempio in Campania in nessuna Soprintendenza c’è un geologo in pianta organica”. Lo ha dichiarato Grete Stefani, Direttore degli Scavi di Pompei incontrando i geologi in escursione nell’antica città. “Le parole della Stefani sono estremamente importanti – ha dichiarato Vincenzo Del Genio, Segretario dell’Ordine dei Geologi della Campania – anche perché dal Ministero dei Beni Culturali giungerebbe la notizia di un eventuale inserimento della figura professionale del geologo nel prossimo concorso”. La Francia già crede nell’importanza dei geologi. “Da noi – ha dichiarato Claude Albore Livadie, Direttore di Ricerca del Centre National de La Recherche Scientifique della Francia – c’è già la figura del geo – archeologo che interviene soprattutto quando ci sono lavori di grande impatto ambientale”. Dunque l’Italia che detiene il più alto numero di siti UNESCO, ma allo stesso tempo anche un territorio continuamente martoriato dal dissesto dovrebbe avere già geologi nei vari Enti e non solo nei Comuni. “La geoarcheologia – ha dichiarato Silvia Fabbrocino, Consigliere dell’Ordine dei Geologi della Campania e docente dell’Università Federico II – semplicemente può essere vista come l’applicazione delle Scienze della Terra, nelle sue diverse specializzazioni, al campo dell’archeologia rappresentando così uno strumento potente al servizio dei beni culturali. E’ un’interazione che, applicata già dalle fasi di ricerca di un sito e condotta fino alla fine dello scavo archeologico, consente di apportare una notevole quantità di dati circa le condizioni paleo ambientali, geografiche, geomorfologiche e perfino economiche”.

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