Secondo un recente studio, l’argine del fiume Secchia oltre che per l’alluvione è collassato a causa dell’azione degli animali selvatici
Lo studio intitolato “Evidence of an emerging levee failure mechanism causing disastrous floods in Italy” , afferma che l’argine del Secchia sia collassato a causa dell’azione dell’istrice, del tasso e della volpe rossa. L’indagine è stata pubblicata sulla rivista scientifica Water Resources Research e analizza le ragioni che hanno portato al collasso dell’argine del fiume Secchia, con la conseguente alluvione che ha interessato tutto il territorio modenese, nel gennaio 2014. Tra gli autori dello studio troviamo il prof. Stefano Orlandini, il dott. Giovanni Moretti del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore – Universita’ degli Studi di Modena e Reggio Emilia ed il prof. John Albertson della Cornell University di New York (USA), collaboratore abituale nel gruppo di ricerca di idrologia e costruzioni Idrauliche di Unimore.
“La Commissione – afferma il professore Orlandini – voluta dal Presidente della Regione Emilia-Romagna aveva concluso, nell’estate 2014, che il collasso dell’argine del Secchia era stato causato dall’azione di animali selvatici quali l’istrice, il tasso e la volpe rossa. Questi animali, in un contesto di rapido cambiamento dell’uso del suolo e del clima, stanno migrando dalle aree appenniniche verso i territori della pianura padana trovando nei rilevati arginali i luoghi ideali ove scavare le loro tane. Lo studio dimostra come gli effetti della loro attivita’ possano essere disastrosi. Il titolo del nostro lavoro esprime chiaramente come l’attenzione debba essere riposta con urgenza su un problema emergente che ha verosimilmente causato altre alluvioni in Italia. Ridurre il collasso dell’argine del Secchia a un mero problema di manutenzione, com’e’ stato fatto in diverse sedi, costituisce una visione scientificamente limitata e tecnicamente non esauriente”. Lo studio individua nell’indagine geofisica per valutare lo stato degli argini e negli interventi di riparazione gli strumenti necessari per la ricostruzione degli argini dei fiumi Secchia e Panaro, oltre che il riconoscimento di misure utili per individuare le pratiche di gestione della fauna selvatica. L’importanza della ricerca, ha fatto si che il professore Stefano Orlandini pubblicasse il suo lavoro alla pagina web http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2015WR017426/full) il prossimo 16 dicembre 2015 a San Francisco, in occasione dell’American Geophysical Union Fall Meeting 2015.