Giovanni di Pino è un giovane ricercatore italiano dell’Università Campus Bio- Medico di Roma, che risulta essere tra i top young scientists d’Europa
Giovanni Di Pino è un giovane ricercatore di 36 anni dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, che è considerato tra i top young scientists d’Europa. Cosa ha fatto di importante? Sta rivoluzionando il mondo della ricerca, grazie alle sue nuove idee di sviluppo di protesi per coloro che hanno una o entrambe le mani amputate. Il suo progetto di ricerca Reshape è stato selezionato da oltre 30 grandi scienziati, tra cui molti Premi Nobel, facenti parte della Commissione dell’European Research Council. Il progetto è stato scelto tra oltre 3 mila. I progetti sono stati inviati per partecipare al bando Erc- Starting Grant, tra i più competitivi a livello europeo e che riceve finanziamenti che toccano i 1,5 milioni di euro. “Un concorso – spiega Andrea Onetti Muda, rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – che vede vincere appena il 3,8% di tutte le proposte italiane e il 10% di quelle presentate a livello europeo”.
Tra gli aspetti negativi di questo ambito premio, vi è il fatto che tra i 28 italiani vincitori del premio, più della metà decide di condurre le proprie ricerche all’estero. Infatti lo Starting Grant attribuisce i fondi direttamente al ricercatore e non all’ente e, secondo i dati dell’European Research Council, solo 9 su 28 sono rimasti in Italia. Il progetto di Di Pino ha l’obbiettivo di concentrarsi più sulle esigenze del paziente, che sullo sviluppo ingegneristico della protesi. Infatti, lo scopo è quello di dare “comfort” in più ai pazienti, dando l’impressione che la mano sia la propria. Nonostante sia ancora un’idea embrionale, se trascorsi i 5 anni, sarebbe realizzata potrebbe di certo essere una novità ed un successo. Il progetto permette così di unire l’evoluzione della robotica con le sensazioni sorte dai processi cerebrali umani. L’idea è dovuta ad un’esperienza personale, in cui lo stesso Di Pino ha subito un grave incidente che ne ha compromesso la mobilità. Proseguiti gli studi a casa, il medico ha scoperto la correlazione dei sistemi di comunicazione che permettono un collegamento tra il sistema nervoso e le apparecchiature digitali. Grazie ai docenti del Campus Bio- Medico, Di Pino ha proseguito gli studi ed ha dato vita a questa nuova innovazione, che potrà rivoluzionare il mondo.