Si trova a Breclav, nella Moravia meridionale, e l’area si chiama Bori Les, il bosco dei pini, accanto all’area turistica di Lednice-Valtice
Al via in Repubblica Ceca la bonifica di un bosco disseminato da migliaia di ordigni inesplosi risalenti alla II Guerra Mondiale. Si trova a Breclav, nella Moravia meridionale, e l’area si chiama Bori Les, il bosco dei pini, accanto all’area turistica di Lednice-Valtice. Durante il conflitto a Breclav, era operativa la fabbrica di munizioni Muna, una delle più importanti del Terzo Reich: alla fine della guerra, i soldati dell’Armata rossa distrussero il sito e lasciarono il terreno cosparso di ordigni. Un tempo il territorio era dominio dei Liechtenstein, che nel XVIII e XIX secolo avviò l’intera zona a grandi lavori di sviluppo, ed infatti l’area richiama ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, attirati dagli sfarzosi palazzi aristocratici, immersi in giardini incantevoli. I Liechtenstein nel XVIII secolo decisero di realizzare la grande pineta del Bori Les, al posto di una distesa di terreno incolto. Grazie alla sua posizione, durante la II guerra mondiale divenne un luogo ideale per produrre proiettili di artiglieria, granate e cannoni, da inviare poi nei vari fronti: la fitta vegetazione mimetizzava la fabbrica e la proteggeva dai bombardamenti. La Muna si snodava sotto i pini per circa 100 ettari, in un complesso sistema di depositi sotterranei, collegamenti ferroviari interni ed edifici vari. La manodopera era costituita dagli abitanti della zona, ma anche da ebrei ungheresi, rinchiusi in un vicino campo di concentramento, e da numerosi prigionieri di guerra, soprattutto russi e francesi. Nel 1945 i soldati dell’Armata rossa fecero saltare in aria il sito: le deflagrazioni distrussero i fabbricati, spargendo per tutta la zona proiettili e ordigni di vario genere.
Finora numerose persone addentratesi nel bosco hanno perso la vita e sono rimaste ferite: l’ultimo caso è quello di un 14enne, morto nel 1990. Si calcola che possano ancora esserci decine di migliaia di ordigni: quando venne eseguita una prima opera di bonifica, anni fa, gli artificieri ne recuperarono ben 24.000. Ora le operazioni sono affidate all’azienda forestale di stato e si protrarranno per i prossimi dieci anni.