Secondo una recente ricerca, gli studenti universitari sono troppo sedentari, mangiano male e fumano troppo
Gli studenti universitari, in particolar modo quelli fuori sede, danno scarsa attenzione alla propria salute e alla cura del proprio corpo; troppo concentrati a studiare o a divertirsi. Secondo una recente ricerca, promossa dalla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha preso in esame i comportamenti alimentari, l’attività fisica, il fumo, il consumo di alcool e droghe, la salute riproduttiva, le attitudini verso l’apprendimento e le tecnologie e la salute percepita e stato di benessere generale; i ragazzi, in particolar modo, mangiano male e fumano e bevono troppo; mentre le ragazze danno scarsa attenzione alla loro salute riproduttiva, facendo pochi controlli ginecologici. Secondo la ricerca, solo 4 ragazzi su 10 consumano correttamente frutta e solo 2 su 10 fanno lo stesso con la verdura. Ancora 1 su 3 non fa colazione regolarmente, ma consuma in maniera spropositata una quantità enorme di caffè. In molti sono studenti sedentari, che non svolgono attività fisica e che preferiscono fumare e bere alcolici. Ciò che spaventa di più è la dipendenza dalle nuove tecnologie, infatti tutti gli studenti hanno un telefono e 7 su 10 usano lo smartphone per essere sempre connessi. Nonostante i dati allarmanti, però, tutti gli studenti si sentono in ottima salute e solo le donne avvertono delle problematiche somatiche e psicologiche. La ricerca, che fa parte dell’indagine “Sportello Salute Giovani” è stata pubblicata sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità ed ha potuto contare sulla partecipazione di 8516 studenti in età compresa tra i 18 ed i 30 anni e appartenenti a dieci università italiane.
L’indagine ha un’utilità rilevante proprio perché, attraverso le abitudini ed i comportamenti dei nostri giovani, è possibile sviluppare un progetto di prevenzione primaria che possa coincidere con l’allungamento dell’aspettativa di vita. “Questi dati ci impongono di prestare – spiega Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – una maggiore attenzione in tutte le politiche, e non solo in quelle sanitarie, all’educazione agli stili di vita salutari. Il vantaggio e’ doppio, individuale e collettivo: essere anziani con un buon tempo da spendere e poter affrontare una spesa sanitaria maggiormente sostenibile”. Alcuni dati preoccupano notevolmente gli esperti; soprattutto il fatto stesso che persiste una minima percentuale di studenti in sovrappeso, anoressici o che guidano sotto effetto di alcool e droghe mettendo in pericolo la propria vita e quella di terzi. Non solo, a margine della polemica relativa ai vaccini, l’indagine ha evidenziato che vi è una bassa copertura vaccinale per rosolia, morbillo e parotite che contratte in età adulta, possono comportare complicazioni soprattutto per la salute riproduttiva. Secondo gli esperti, per risollevare la situazione drammatica basterebbe davvero poco. Si potrebbe pensare di fornire delle porzioni di frutta e verdura al posto degli snack dei distributori automatici o ancora incrementare le strutture sportive nei campus universitari o organizzare corsi che educhino ad un uso limitato delle nuove tecnologie. A tal proposito proprio presso le sedi di Roma, Milano, Brescia della Università Cattolica del Sacro Cuore sono stati attivati tre sportelli di counseling, che da dicembre 2011 a marzo 2013 hanno avuto un significativo afflusso da parte dei giovani studenti.