Titti Postiglione a MeteoWeb: “no alle previsioni-show, serve rivoluzione culturale. E sulle scuole chiuse…”

MeteoWeb

Le Previsioni Meteo non sono spettacolo, e soprattutto quelle della protezione civile non servono per sapere se si possono stendere i panni o se si può andare a mare. I nostri uffici lavorano con grande responsabilità per prevedere rischi e tutelare incolumità, indicando le aree soggette a fenomeni di maltempo che possono degenerare in eventi pericolosi per la popolazione. E in quest’ottica le previsioni possono essere affidabili soltanto con 24, massimo 48 ore d’anticipo“. Lo ha affermato stamattina ai microfoni di MeteoWeb Titti Postiglione, dirigente dell’Ufficio Gestione Emergenze della Protezione Civile Nazionale, in un’intervista a margine dell’incontro “La comunicazione di protezione civile, dal megafono ai social media” organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Regione Calabria e dall’Arpacal in collaborazione con la stessa Protezione Civile, il TGR Calabria e l’ANCI, nel programma di incontri per la formazione professionale continua dei giornalisti.

corso formazione giornalismo lamezia protezione civileL’incontro, presso il Centro Agroalimentare di Lamezia Terme, ha visto una grande partecipazione non solo di giornalisti, ma anche degli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale De Fazio di Lamezia Terme. Nel corso dell’incontro gli interventi del Sindaco di Borgia, delegato alla protezione civile per l’Anci Calabria, Francesco Fusto il quale ha illustrato tutte le difficoltà e le problematiche dei Sindaci nel settore della protezione civile; Edoardo D’Andrea, funzionario della protezione civile calabrese, Raffaele Niccoli, dirigente del Centro Funzionale Multirischi dell’Arpa Calabria, il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri, il Capo Redattore del TGR Rai Calabria Alfonso Samengo, e la giovane capo ufficio stampa del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile Francesca Maffini. Le due sessioni dell’incontro sono state moderate dai giornalisti del TGR Rai Calabria Antonio Liotta e Karen Sarlo.

titti postiglioneMolto interessante, proprio in apertura, la relazione di Titti Postiglione che ha spiegato innanzitutto come la protezione civile sia una funzione, un servizio, “e non un corpo particolare come spesso viene confuso. La protezione civile è il coordinamento di tutti i corpi esistenti, messi insieme in situazioni di emergenza o potenziale emergenza, è l’insieme di diverse strutture e amministrazioni che svolgono il servizio di protezione civile. Quando sento un Sindaco che si lamenta che non è arrivata la protezione civile, mi viene da sorridere perché lui  stesso è la protezione civile e, anzi, sul territorio, è la prima e unica autorità della protezione civile. Ovviamente i Sindaci vanno aiutati e supportati perché hanno il peso della responsabilità di questo settore molto delicato“.

fate-presto-testataNel suo intervento, la dott.ssa Postiglione ha ripercorso rapidamente la storia della protezione civile dal “Fate Presto” del Mattino dopo il terremoto dell’Irpinia all’odierno motto della protezione civile moderna, nata grazie alle lungimiranti indicazioni di due storiche personalità italiane come Sandro Pertini e Giuseppe Zamberletti, cioè “Facciamo prima“. Un motto che indica l’attenzione della struttura alle previsioni e alla prevenzione, e usa il verbo nella forma della prima persona plurale  perché “ognuno di noi è protezione civile, a partire dai cittadini che devono essere più consapevoli e devono avere preoccupazione, che significa pre-occupazione cioè di occuparsi prima dei problemi, soprattutto in una terra come la Calabria che è ad altissimo rischio sismico“.

titti postiglione 01A margine dell’incontro, Titti Postiglione ha confermato ai microfoni di MeteoWeb quanto circa un mese fa durante il Festival della Meteorologia di Rovereto aveva già spiegato l’ing. Paola Pagliara, e cioè che il sistema di allertamento meteorologico e di protezione civile in Italia sono di alto livello e soprattutto negli ultimi anni hanno fatto grandi passi avanti. “Negli ultimi anni è migliorato molto – confida la dott.ssa Postiglionegrazie ad uno sforzo collettivo. La campagna “Io non rischio” è molto importante in tal senso, cercando di avvicinare la gente a queste tematiche usando un linguaggio semplice e meno accademico. Le previsioni meteo non sono spettacolo, ci sono siti sensazionalistici che tengono l’asticella sempre alta enfatizzando anche situazioni che non sono da allerta perché lanciano l’allerta a lungo termine, con 6-7 giorni di anticipo, ma poi le mappe ritrattano il maltempo e vai a spiegare a chi aveva già letto termini come “bomba”, “allerta”, “uragano” e robe varie, che non sarà così. Noi stiamo cercando di utilizzare un linguaggio e un modo di comunicare sempre più popolare. Dall’altra parte, servono sempre più conoscenza e consapevolezza. Un processo culturale rivoluzionario e a 360°, affinché tutti possano capire che quelli che in realtà a volte possono sembrare “falsi allarmi”, non sono “falsi allarmi” perché se c’è l’allerta rossa sulla Sicilia orientale e fa l’alluvione ad Acireale risparmiando Catania, i catanesi non possono parlare di falso allarme perché a pochi chilometri dalla loro città c’è stato il disastro e la previsione degli eventi calamitosi non è mai precisa al chilometro”. 

titti postiglione 04L’esperta della protezione civile aggiunge: “c’è il tema della chiusura delle scuole che è altrettanto emblematico. E’ una sorta di moda che nasce dalla grande preoccupazione di tutti dopo i fatti di Genova, ma spesso non è una misura efficace. Se ci sono scuole in zone sicure, sarebbe meglio che tutti andassero a scuola anzichè stare a casa, invece sarebbe opportuno chiudere solo le scuole delle zone a rischio. Chiudere tutte le scuole di un comune a volte non ha senso, poi bisogna incrociare i temi perchè bisogna essere pronti ad esempio anche nelle scuole ad affrontare un’eventuale terremoto in concomitanza con la forte pioggia. E’ un sistema in cui serve molto supporto ai sindaci, che ne hanno bisogno. L’allerta sta cambiando, siamo in una fase avviata del percorso di rinnovamento con un sistema a colori, giallo, arancione e rosso, più semplificato e senza la terminologia tecnica che gli addetti ai lavori comprendono molto bene ma ovviamente la popolazione no. E’ importante che ognuno sappia anche cosa fare dopo l’allerta, perché la paura non serve a niente. Il termine giusto è pre-occupazione, cioè occuparsi prima di ciò che accade. Perché se da un lato la paura non serve a niente, dall’altro è importante ribadire che sottovalutare i rischi può essere molto spesso fatale. Nostro compito è fare in modo che ogni cittadino sappia come comportarsi, poi ognuno sarà libero di decidere di commettere imprudenze, di andare nei garage per ‘salvare l’automobile’ durante un’alluvione rischiando di rimanerci annegato, di attraversare i sottopassi ecc. ecc.. Purtroppo molto spesso le vittime si verificano per episodi come questo, perché è chiaro che se ognuno non attiva il proprio sistema di auto-protezione tutto il resto serve a poco“.

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