In America la Federcalcio vieta i colpi di testa ai bambini sotto i 10 anni perchè possono causare gravi danni al cervello
La salute dei nostri bambini è sempre al primo posto. Lo sanno bene i genitori di alcuni ragazzi, che hanno presentato alla Federazione calcio degli Stati Uniti d’America una richiesta per eliminare i colpi di testa a calcio nell’agosto 2014. La Federazione ha così stabilito che vuole proibire i colpi ai bambini al di sotto dei dieci anni e limitarli ai ragazzi tra gli 11 e i 13 anni, in modo da prevenire eventuali traumi cranici o malattie neurodegenerative. Infatti, secondo il neurologo Robert Cantu i ragazzini tra i 10 ed i 12 anni sono più esposti a rischi di malattie cerebrali, in quanto la loro materia griglia ed i muscoli del collo non sono ancora sviluppati. Ovviamente questo rimane un mero consiglio, visto che le associazioni di calcio non hanno nessuna autorità normativa. I “consigli” o meglio le raccomandazioni sono state elaborate sulla base dei pareri dati dalla commissione medica della Federazione. La richiesta nasce dopo lo studio condotto dal centro per lo studio della encefalopatia traumatica presso la Boston University, che ha scoperto che molti ex giocatori avevano una malattia encefalopatica degenerativa. Secondo gli esperti i colpi in testa possono generare traumi che oltre a lesionare alcune aree cerebrali, possono generare il morbo di Lou Gerigh e malattie simili o diverse invalidità. Per il direttore della NGO ‘Concussion legacy Foundation’ Christopher Nowinski, questo “è un buon passo in avanti l’aver almeno stabilito un’eta’ minima sino a cui non si puo’ giocare con colpi di testa, ma c’e’ ancora molto da fare”.