7 dicembre, Sant’Ambrogio: tra miti e leggende

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Tante sono le leggende aventi per protagonista Sant’Ambrogio. Una di queste vuole che egli fosse alla prese con i molteplici tentativi del Diavolo di farlo cadere in tentazione. Satana, esasperato dai suoi continui fallimenti, provò a trafiggere il Santo con le corna, mancando il bersaglio e finendo per conficcarle nella colonna.

Appena fuori dalla Basilica di Sant’Ambrogio, sul suo lato sinistro, si trova una colonna d’epoca romana; l’unica presente, con due fori nella sua parte bassa. Sempre secondo la leggenda, d opo aver provato per lungo tempo a liberarsi, il Diavolo si trasformò in zolfo e scomparve…. Per questo, avvicinandosi ai fori, secondo la tradizione si sentirebbe odore di zolfo, appoggiandovi sopra l’orecchio si potrebbe sentire il rumore dello Stige, il fiume dell’Inferno e, addirittura, la notte prima della Domenica di Pasqua, si potrebbe vedere un carro, guidato da Satana in persona e diretto negli inferi, che conduce le anime dei dannati all’inferno. Un particolare rende tutto ancora più inquietante: la zona dove ora sorge la Basilica nel IV secolo era un cimitero. Qui finisce la leggenda. Nella realtà, la colonna  del Diavolo venne usata per l’incoronazione degli imperatori germanici.

API AMBROGIOI sovrani pagani, per convertirsi al Cristianesimo, dopo aver giurato sul messale e indossato la corona ferrea, dovevano abbracciare la colonna, che simboleggiava la loro decisione di “abbracciare” un’altra religione. Si narra anche che mentre Ambrogio, piccolissimo, dormiva in una culla nel cortile di casa, sopraggiunse uno sciame di api. Gli insetti si posarono sul suo viso, entrando e uscendo dalla sua bocca senza fargli alcun male, per poi allontanarsi dalla vista dei suoi familiari poco dopo. Il padre, resosi conto dell’evento prodigioso, esclamò: “Se questo bambino vivrà, diventerà qualcosa di grande”. Un’altra leggenda è quella che vede il Santo addormentarsi mentre era in corso la 1°Lettura durante la Messa. Ambrogio, risvegliato due ore dopo dai fedeli, comunicò loro di come si fosse trasportato al funerale dell’amico San Martino di Tours che, a detta del Santo, sarebbe morto dopo di lui.

AMBROGIO 3Questa è leggenda. La storia andò diversamente: Martino morì l’8 novembre 397; quando Ambrogio era già morto da 7 mesi. Il biografo ufficiale di Sant’Ambrogio racconta che il Santo, una volta, guarì Nicastro, un militare ammalato di podagra, semplicemente calpestandogli un piede per errore. A Roma, invece, guarì il figlio gravemente malato di un nobile, mentre a Firenze Ambrogio scacciò il demonio da un bambino e quando questo si impossessò nuovamente della sua vittima, sino ad ucciderla, lo resuscitò. Pochi mesi prima che Ambrogio si allettasse definitivamente, il Santo stava dettando allo scenografo Paolino la stesura definitiva del commento al Salmo XLIII. Paolino racconta che, ad un tratto, una piccola fiamma a forma di scudo avvolse il capo di Ambrogio e, a poco a poco, gli entrò in bocca. Dopo di ciò, la sua faccia divenne come neve, quindi il volto riprese il suo solito aspetto.

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