Anno bisestile: curiosità e origini

MeteoWeb

Il 2016 è un anno bisestile, dunque febbraio non ha 28 giorni, bensì 29. Un giorno in più, che nel corso dei secoli ha dato adito a leggende e curiosità più o meno reali. Secondo il calendario gregoriano “un anno è bisestile se il suo numero è divisibile per 4, con l’eccezione degli anni secolari (quelli divisibili per 100) che non sono divisibili per 400“. Aggiungere un giorno ogni quattro anni si è reso necessario a causa del moto di rivoluzione della Terra, cioè il periodo che il nostro Pianeta impiega per ruotare attorno al Sole, che è di circa 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi. I decimali però, a lungo andare andrebbero ad alterare i cicli stagionali, dunque è stata trovata la soluzione del giorno in più. Per quanto riguarda il termine, ovvero la parola bisestile, a coniarlo furono i Romani che aggiungevano il giorno in più dopo il 24 febbraio, definendolo sexto die ante Kalendas Martias, ovvero sesto giorno prima delle Calende di marzo, abbreviato poi in bis sexto die. E proprio al periodo dei romani risale la prima introduzione nel calendario di un giorno in più. A volerla fu Giulio Cesare nel lontano 46 a.C.. In seguito, da quando si iniziò a contare i giorni del mese dal primo e con numeri progressivi, il giorno extra fu inserito alla fine di febbraio, il 29 appunto. Ben presto si pose un problema: i giorni bisestili erano troppi e il calendario adottato non coincideva con quello solare. Con la riforma gregoriana, attuata proprio da Papa Gregorio XIII, nel 1582 vennero letteralmente cancellati i giorni dal 4 al 15 ottobre e l’equinozio di primavera venne riportato al 21 marzo. Il calendario gregoriano, che è quello utilizzato ancora oggi, previde dunque che gli anni bisestili fossero solo quelli divisibili per quattro.

Nel corso dei secoli intorno al giorno extra, il 29 febbraio appunto, si vennero a creare diverse leggende e tradizioni. Nei Paesi anglossassoni, ad esempio, è l’unico giorno in cui sono le donne a poter chiedere la mano al fidanzato, e non viceversa come vuole la tradizione. A quanto pare fu San Patrizio a concedere questo onore alle donne, dopo le insistenti richieste di Santa Brigida. Ma non basta. Perché la particolarità delle richiesta di matrimonio in tale giorno sta nel fatto che gli uomini, dopo averla ricevuta, non possono sottrarvisi: devono per forza dire sì. Quest’obbligo, forse, è dovuto alla regina Margaret di Scozia, che intorno al 1200 aveva stabilito che gli uomini che rifiutavano la proposta del 29 febbraio dovevano pagare un’accisa salatissima. Ottimo deterrente, dunque, per fare in modo che i promessi sposi diventassero realmente tali dopo la richiesta da parte della compagna. La leggenda è cosi radicata ancora oggi, che il alcuni paesi del Nord Europa, gli uomini che rifiutano una proposta di matrimonio nel giorno bisestile, devono risarcire la fidanzata con capi di abbigliamento. Diverso, invece, è il caso del matrimonio celebrato il 29 febbraio: in molti Paesi è considerato ancora oggi di cattivo auspicio, e pochissimi la fissano come data delle nozze.

E chi nasce oggi come si organizza con i compleanni? A quanto pare, attualmente sono 4,1 milioni le persone nate il 29 febbraio. Una famiglia irlandese, i Keogh, è entra nel Guinness dei primati perché nel secolo scorso ha visto nascere ben tre generazioni in anni bisestili: padre, figlio e nipotina. Nascere il 29 febbraio è così una rarità che è stato addirittura creato un club: l’Honor Society of Leap Year Day Babies. Per quanto riguarda il festeggiamento del compleanno, poi, in genere si fa il 28 febbraio o il 1° marzo. Tra i personaggi celebri nati il 29 febbraio vi sono nomi altisonanti come Papa Paolo IIIGioacchino  Rossini. 

Un giorno e un anno speciale, dunque, che in inglese è definito “leap year“, ovvero anno del salto. La definizione si basa sul fatto che negli anni normali, dunque non bisestili, ogni data cade il giorno della settimana successivo rispetto a quello dell’anno precedente. Nell’anno bisestile, invece, si salta (da qui leap) un giorno e dunque cadono due giorni dopo rispetto all’anno prima. Per alcuni porta fortuna, per altri è di cattivo auspicio, altri ancora lo ignorano e non si rendono nemmeno conto che esiste e che l’anno prima non c’era; ma comunque lo si viva, il 29 febbraio ci fa capire quanto sia convenzionale e labile il tempo, che troppo spesso scorre senza che noi riusciamo a rendercene conto. Avremmo bisogno di tanti giorni in più, ma dilatare il tempo non ci è ancora concesso, e dunque non ci resta altro da fare che goderci quest’anno bisestile, sfruttando il suo 366° giorno per dedicarci a ciò che ci è più caro.

Condividi