Intorno a due soli sta nascendo un nuovo sistema planetario

MeteoWeb

Sono giorni molto importanti per l’Astronomia. Dopo l’annuncio ufficiale della scoperta delle onde gravitazionali, il telescopio Alma situato sulle Ande cilene ha osservato la nascita di un nuovo sistema planetario intorno a due soli. Si tratta di un fenomeno raro, utile per capire come i pianeti possano formarsi e mantenere orbite stabili attorno a due stelle che ruotano l’una attorno all’altra. Annunciata a Washington, durante la conferenza dell’Associazione americana per l’avanzamento della scienza, la scoperta si deve al gruppo coordinato dall’astronomo italiano Andrea Isella, che lavora negli Stati uniti, alla Rice University. Le immagini mostrano che nel disco in cui si stanno formando i pianeti c’è una regione ricca di polveri a forma di mezzaluna che potrebbe essere cruciale per la nascita del sistema planetario. Le immagini di Alma, ha detto Isella, ”rivelano i dettagli inediti dei processi fisici che regolano la formazione dei pianeti attorno a questo sistema”.

due soliSituato nell’ammasso di giovani stelle Scorpius-Centaurus, il sistema planetario in formazione è a circa 450 anni luce di distanza dalla Terra. La coppia di astri, intorno alla quale sta nascendo, si chiama HD 142527 ed è composta da una stella, che ha la massa pari al doppio della massa del Sole, e dalla compagna un po’ più piccola. I due astri sono separati da circa 1,5 miliardi di chilometri di distanza: poco più rispetto alla distanza dal Sole a Saturno. Le immagini ad alta risoluzione mostrano un largo anello a forma ellittica che circonda le due stelle: è costituito per la maggior parte da gas, soprattutto monossido di carbonio, ma in esso vi è una regione a forma di arco ricca di polveri e completamente priva di gas. Secondo gli astronomi, in questa regione il gas si è congelato, formando uno strato di brina sui grani di polvere. Si ipotizza che sia questo velo di ghiaccio sui grani a dare l’avvio alla formazione dei pianeti. ”La temperatura è così bassa che il gas si trasforma in ghiaccio e si attacca ai grani”, ha spiegato Isella. Si pensa, ha proseguito l’astronomo, che questo processo aumenti la capacità dei grani di polvere di attaccarsi fra loro e collisione dopo collisione di ingrandirsi, fino al punto da diventare pianeti.

Condividi