Dopo le forti piogge di Ottobre e Novembre per la Sicilia questo è stato un inverno avaro di precipitazioni. Difatti sono sempre più significative le conseguenze della siccità che da mesi attanaglia parte delle aree della Sicilia, con particolare riferimento per le aree più meridionali dell’isola, fra agrigentino, ragusano, siracusano e parte del nisseno, dove ormai da molto tempo non si verificano precipitazioni degne di nota. Siccità che purtroppo sta mettendo in crisi molti produttori agricoli isolani, già duramente colpiti dalla crisi economica.
Come mostra la mappa delle precipitazioni degli ultimi 12 mesi e sugli ultimi 24 mesi (allegata a sinistra dell’articolo), ottenute dai dati della rete di stazioni SIAS, il Servizo Agrometeo siciliano, la scarsità di precipitazioni sulla Sicilia sud-orientale si sta verificando con una relativa costanza dalla primavera del 2012, in conseguenza di una bassa frequenza di depressioni (circolazioni di bassa pressione) sul Canale di Sicilia e sullo Ionio meridionale.
L’unica “isola felice”, si fa per dire, è il messinese, che in questi mesi, essendo maggiormente esposto (anche dal punto di vista orografico) ai sistemi frontali pilotati dall’umido flusso perturbato atlantico, è stato interessato da precipitazioni consistenti che hanno mantenuto l’andamento pluviometrico in linea con le tradizionali medie invernali. Come riporta il SIAS “gli scarti rispetto alle mediane sono state quasi ovunque negativi di oltre il 50%, con punte oltre all’80% nelle province di Catania, Siracusa e Ragusa. Le stazioni che hanno totalizzato i maggiori scarti sono state quelle di Modica (-91%), Siracusa (-87%), Scicli (-85%), Catania (-84%), Ragusa (-83%), Santa Croce Camerina (-80%), Ispica (-80%). In termini assoluti, i quantitativi registrati nel trimestre nelle stazioni meno piovose sono stati pari a 31 mm a Modica, 36 mm a Scicli 42 mm a Siracusa, 45 mm a Catania, 46 mm a Ispica, 47 mm a Santa Croce Camerina, 49 mm ad Acate, 50 mm a Pachino.
Le stazioni che hanno totalizzato i maggiori scarti sui 12 mesi sono state quelle di Acate (-57%), Santa Croce Camerina (-54%), Agrigento Scibica (-41%), Butera (-41%), Agrigento Mandrascava (-40%).”. In mancanza di queste configurazioni le aree della Sicilia sud-orientale, così come molte altre zone centrali e meridionali dell’isola, difficilmente potranno ricevere precipitazioni degne di nota, in grado di colmare il grave deficit idrico accumulato in questi ultimi due anni.
Le piogge attese venerdì dovrebbero concentrarsi soprattutto lungo il versante occidentale e meridionale dell’isola, soprattutto fra trapanese, agrigentino, nisseno, ragusano, catanese, siracusano e buona parte del palermitano, ennese e messinese. Ma pur trattandosi di precipitazioni diffuse e a tratti localmente intense, a sfogo di rovescio o temporale, difficilmente queste precipitazioni potranno risultare sufficienti per rimpinguare tale carenza idrica rilevata in gran parte delle province siciliane. Senza l’isolamento di profonde depressioni sul Canale di Sicilia o sul basso Ionio, capaci di richiamare umide correnti dai quadranti orientali, le precipitazioni continueranno a scarseggiare. Si spera che nel corso della stagione primaverile questo tipo di configurazioni tornino presto a dare una boccata d’ossigeno a tutto il territorio siciliano, così duramente colpito dal deficit idrico. Per monitorare la situazione in tempo reale ecco le pagine relative al nowcasting: