In questi giorni Marzo, che ricordiamo essere un mese di transizione fra l’inverno e la primavera, ha presentato le sue caratteristiche volubili e burrascose, come giusto che sia per questo periodo dell’anno. Come previsto l’ingresso piuttosto turbolento, attraverso la valle del Rodano, dell’aria fredda polare marittima ha favorito il rapido sviluppo di un profondo minimo depressionario orografico, per effetto sottovento, che si è spostato verso l’alto Adriatico, approfondendosi sensibilmente, fino a presentare valori di 991 hpa al suolo nel tratto di mare antistante le coste della Romagna.
Muovendosi molto rapidamente verso l’Adriatico questa profonda ciclogenesi ha creato un fittissimo “gradiente barico orizzontale” che si è disposto con i propri massimi proprio al traverso del mar Tirreno, attivando impetuose bufere di ponente e maestrale, con raffiche che hanno superato la soglia dei 100 km/h lungo l’Arcipelago Toscano e picchi di oltre i 120 km/h sulla Sardegna meridionale.
La ciclogenesi è stata ulteriormente approfondita dalla discesa di un nucleo di aria fredda, d’estrazione polare marittima, che dalla Francia, tramite la valle del Rodano, si è tuffato sopra il Golfo del Leone, attraverso impetuosi venti di “mistral”, molto forti in prossimità del delta del Rodano.
L’irruzione fredda ad ovest della circolazione depressionaria in uscita dal Rodano con i forti venti di “mistral” sul Golfo del Leone, oltre a segnare l’ingresso sul Mediterraneo della parte più consistente dell’aria fredda che si era versata il giorno prima sulla Francia, ha rapidamente trasformato la giovane ciclogenesi in un sistema depressionario piuttosto profondo, caratterizzato da un minimo barico sprofondato sotto i 991 hpa che ha notevolmente rinvigorito il “gradiente barico orizzontale” (sensibile infittimento delle isobare) sui mari che circondano l’Italia, con la conseguente attivazione di una ventilazione ben oltre la soglia d’attenzione tra il mar di Sardegna, il Tirreno e i canali che circondano le nostre isole maggiori.
Al contempo, l’approfondimento della ciclogenesi in azione sull’Adriatico, nella mattinata odierna, ha determinato anche un drastico calo della pressione barometrica su tutti i mari che circondano le regioni meridionali, contribuendo ad inasprire il già intenso “gradiente barico orizzontale” fra mar di Sardegna, Canale di Sardegna, Canale di Sicilia e dal pomeriggio pure sul basso Tirreno e lo Ionio in serata.
Il rapido addensamento delle isobare su questi bacini, successivamente rafforzato dall’ingresso delle masse d’aria artico marittime sul Mediterraneo centro-occidentale, nel corso delle prossime ore genererà vere e proprie bufere di maestrale (raffiche fino a 130–140km/h) che dal Golfo del Leone si propagheranno al mar di Sardegna, Canale di Sardegna, per piegare più con una componente da O-NO e Ovest verso il basso Tirreno occidentale e il Canale di Sicilia.
- Impetuoso maestrale in Sardegna, raffiche a 140km/h [VIDEO]
- Maestrale a 140km/h in Sardegna: diretta da Torre del Porticciolo [VIDEO]
Proprio tra il basso Tirreno ed il Canale di Sicilia la particolare disposizione del “gradiente barico” e il posizionamento del profondo minimo barico che nel pomeriggio si allontanerà verso i Balcani contribuirà a far piegare gli impetuosi venti da NO in una componente più da Ovest e O-NO, che fra il pomeriggio e la serata spazzerà tutto il Canale di Sicilia, con raffiche di oltre i 90-100 km/h, e la Sicilia, con picchi di oltre i 70-80 km/h tra trapanese e palermitano, mentre punte di oltre i 90 km/h si potranno registrare fra l’arcipelago eoliano e il messinese.
Visto il repentino mutamento della pressione atmosferica anche in questo caso, oltre al già intenso vento di “gradiente”, prodotto dal sensibile infittimento delle isobare, si sommerà pure la cosiddetta componente “Isallobarica” che renderà i venti ancora più forti, data la velocità di spostamento del profondo minimo barico in rapido spostamento sull’Adriatico.
Questo tipo di vento rappresenta la componente vettoriale del vento associato al “gradiente barico orizzontale” causato dalla velocità di spostamento della profonda area ciclonica che lo ha prodotto. Esso è generato da una rapida caduta di pressione su un’area geografica piuttosto vasta, a seguito del passaggio ravvicinato di una profonda ciclogenesi che si muove con una velocità piuttosto elevata, solitamente da ovest a est o sulla direttrice sud-ovest/nord-est.
Rispetto al comune vento di “gradiente” il vento “Isallobarico” agisce come una sorta di grande onda atmosferica che permette alle masse d’aria di spostarsi il più rapidamente possibile da un’area di alta pressione a un’altra di bassa pressione limitrofa. Esso è attivato dai forti squilibri nel campo barico prodotti dal veloce spostamento di una profonda depressione che presenta un consistente “gradiente barico orizzontale”.
In queste situazioni il campo barico può variare molto velocemente, costringendo così le masse d’aria a spostarsi il più rapidamente possibile dalle zone in cui la pressione aumenta repentinamente verso quelle zone dove la pressione scende altrettanto repentinamente. Tale squilibrio del campo barico genera delle forti corrente che si sommano ai già esistenti venti di “gradiente”, muovendosi in parallelo con quest’ultimi.
Queste correnti sommandosi al flusso di “gradiente” possono originare dei venti veramente violenti e turbolenti capaci di apportare notevoli danni in presenza di “gradienti barici” particolarmente forti con annessi profondi minimi depressioni in rapido spostamento. Il repentino aumento dei valori barici, fra il pomeriggio e la serata imprimerà un ulteriore accelerazione alle masse d’aria.
Ciò spiega perché lungo le coste meridionali e orientali della Sardegna, nella fase clou della tempesta di ponente e maestrale, potranno essere spazzate da raffiche di vento fino ad oltre i 140 km/h.
Al momento la raffica più forte è stata archiviata nella stazione di Capo Carbonara (gestita dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare), nell’estrema punta sud-orientale della Sardegna (uno dei punti più ventosi d’Italia e del Mediterraneo), dove alle ore 13:00 l’anemometro ha misurato una raffica di ben 139 km/h da Nord/Ovest.
Notevoli pure i 120 km/h raggiunti da Capo Bellavista. Nel caso di Capo Bellavista la furiosa raffica di ben 120 km/h va spiegata col fatto che i fortissimi venti di ponente e maestrale, scendendo con turbolenti raffiche dai rilievi dell’entroterra sardo tendono ad acquistare ulteriore velocità, raggiungendo le aree costiere sottostanti con violente raffiche, molto spesso oltre i 100-120 km/h. Forti venti anche altrove, nella scorsa notte nell’alto Tirreno (128km/h all’isola di Gorgona), stamattina nell’alto Adriatico (116km/h ad Eraclea). Nelle prossime ore i venti si rinforzeranno ulteriormente nel basso Tirreno e nel medio/basso Adriatico (vedi mappe sulla destra).
Qui le violente folate hanno assunto spiccate caratteristiche discendenti scivolando a grandissima velocità dai rilievi dell’immediato retroterra, raggiungendo le aree costiere con turbolenti folate che generano i cosiddetti “vortici” e un consistente moto ondoso di deriva lungo il tratto di mare antistante la linea di costa. Le furiose bufere di maestrale e ponente, che dal Golfo del Leone si sono rapidamente dipanate fra mar di Sardegna, Canale di Sardegna, per piegare più con una componente da O-NO e Ovest all’altezza del basso Tirreno occidentale e del Canale di Sicilia, hanno causato un sensibile rinvigorimento del moto ondoso e l’interruzione dei collegamenti marittimi con le isole minori.
Già dalla nottata i mari sono passati da agitati a molto agitati, fino a localmente grossi (forza 7) nel tratto compreso fra il mar di Corsica, mar di Sardegna e il Canale di Sardegna, dove l’ampio “Fetch” ha agevolato la formazione di imponenti ondate di “mare vivo”, che hanno superato i 5.0-6.0 metri di altezza. Gran parte delle onde prodotte dalla maestralata, in uscita dal Golfo del Leone, dopo aver attraversato mar di Corsica e mar di Sardegna, si sono spinte verso le coste dell’Algeria orientale e del nord della Tunisia, dove nelle prossime ore si abbatteranno forti mareggiate da NO. Le ondate che attraverseranno il basso Tirreno, alte fino a più di 4.0 metri, andranno a rompersi in serata sui litorali della Calabria tirrenica e della Sicilia settentrionale, con onde rifratte da O-NO e NO che si abbatteranno con grande impeto sulle coste del palermitano, messinese e reggino tirrenico. Per monitorare la situazione in tempo reale ecco le pagine relative al nowcasting: