E’ boom del fenomeno delle donne runner, con siti dedicati al fenomeno e gare esclusivamente al femminile che stanno prendendo sempre più piede anche in Italia, come la “SoloWomenRun”, corsa domenica 6 marzo a Cagliari, la “We own the Night”, 10 km in notturna il 30 maggio a Milano, e la “Avon running” a Bari, Firenze e Milano. Secondo uno studio promosso in occasione della pubblicazione del libro”Runner si diventa: dall’ufficio al deserto”, edito da Corbaccio e scritto dal manager Daniele Barbone, Amministratore Delegato di BPSec, azienda leader nel settore delle consulenze e dei servizi formativi, e capace di attraversare a piedi ben 4 deserti, le donne runner hanno quasi raggiunto gli uomini come numero, essendo in poco tempo arrivate al 45% del totale, ma sono considerate migliori degli uomini, soprattutto per la loro capacità di scaricare meglio le tensioni e di saper attingere a fonti di energia maggiori rispetto ai maschi, grazie alla loro dote innata di consumare meglio i grassi.
Non ci sono cifre ufficiali, ma in Italia si stima che il numero di runner si aggiri sui 6 milioni di praticanti (più o meno abitualmente) e le donne runner sono circa 3 milioni, distribuite in tutto il Belpaese (dati Brooks, azienda leader nel settore del running).
L’indagine, realizzata dall’associazione “Donne e qualità della vita” con un autorevole pool di psicologi consulenti del lavoro guidati dalla psicologa Serenella Salomoni, rivela che le donne più sportive sono quelle che fanno più carriera nel mondo del lavoro. Infatti, su un campione di 700 donne, quelle che corrono almeno una volta alla settimana conseguono maggiori riconoscimenti nella loro professione. Tant’è che tra le runner accanite si segnalano manager, avvocati, imprenditrici, commercianti, medici.
Il dato viene confermato anche dalle parole dell’imprenditore e autore del libro che, attraverso il racconto della sua personale esperienza, spiega il motivo di tale risultato: “Il mio atteggiamento nelle cose, sul lavoro ad esempio ma in tutto, è perseverante, è l’atteggiamento di chi non accetta la sconfitta. E quello portato, dal mio mondo professionale alla corsa, in quel momento è stato non accettare la sconfitta che mi stava imponendo il mio corpo, e di dire, se ho fatto un isolato, ne posso farne anche due – afferma Barbone – Questo è quello che mi sono portato da un mondo all’altro. E così si riesce a reagire con lo stesso atteggiamento agli eventi che succedono, magari con più passione per certi ambienti piuttosto che altri, ma sempre con lo stesso atteggiamento, quindi è un continuo passare in flusso tra i due mondi, non è unilaterale, e non è un atteggiamento diverso quello professionale da quello sportivo”.
Per la ricerca il running al femminile coincide con maggiore equilibrio mentale (secondo il 29% delle intervistate), lucidità psicologica (25%), mantiene giovani (20%), incrementa il relax e aiuta a scaricare lo stress (14%), irrobustisce le fasce muscolari che sorreggono il sistema scheletrico e mantiene forti (8,5%). Dati e motivazioni dello studio sono confermati dallo stesso Daniele Barbone, che nel suo libro “Runner si diventa: dall’ufficio al deserto” ha dedicato un intero capitolo al gentil sesso: “Le donne sono sempre in prima linea, come e più degli uomini, e hanno molteplici impegni e ruoli: mamme, mogli, compagne, figlie, lavoratrici. Correre è un mezzo per mantenere un giusto equilibrio tra mente e corpo. Correre quindi mantiene giovani, aiuta a scaricare le tensioni e ad allontanare i pensieri negativi. Come confermano i medici, regolarizza inoltre la sintesi ormonale, diminuendo la produzione di estrogeni e contribuendo a regolarizzare il ciclo; rafforza l’apparato scheletrico aiutandolo a mantenersi forte (combattendo così l’osteoporosi) – precisa il fondatore di BpSec, che conclude: “Non dimentichiamo però il tema della sicurezza: il 26% delle donne non corre di sera perché ha paura di affrontare certi percorsi sulle nostre strade o nei nostri parchi. Tuttavia, si tratta di un problema legato all’insicurezza della donna nella nostra società, non solo mentre corre”.