Secondo una ricerca condotta dall’Asp di Agrigento e dall’Università di Siena, che sarà presentata durante il pomeriggio a Sciacca, sarà possibile gettare luce nell’ambito dell’oncologia. Il lavoro sta prendendo in esame un caso di adenoma al colon ed è stato studiato da un’equipe mista in cui è presenta anche Giorgio Bianciardi dell’Università di Siena, Domenico Mancaluso, del presidio ospedaliero di Ribera e Fabrizio Italia del Laboratorio OncoPath di Augusta. Lo studio mostra come un tumore benigno possa diffondersi oltre i limiti del tessuto in cui si sono originati e sopravvivere. Nello studio è stato possibile arrivare a queste conclusioni grazie ad un confronto biometrico multifrattale effettuato dall’Università di Siena da Bianciardi, che svolge da anni indagini morfometriche fino ad interessare anche il pianeta Marte.
Il docente e direttore di un osservatorio astronomico ha utilizzato gli stessi approcci morfometrici frattali in una pubblicazione del dicembre 2014. Il colon dell’uomo ricorda l’ambiente marziano. Il tratto terminale dell’intestino è estremofilo, caratterizzato da basse pressioni parziali di ossigeno ed alte concentrazioni di metano. Il fatto che questa evidenza si sia avuta nel colon, rappresenta la chiave di lettura per spiegare i processi fisio-patologici che consentono la sopravvivenza, e dunque la diffusione, di un tumore benigno.