I cambiamenti climatici influenzano ogni aspetto della nostra vita e del nostro Pianeta, dunque come potrebbero non influire anche su gravidanza e nascita? A quanto pare gli “sbalzi termici”, tra caldo afoso e freddo repentino, che la mamma subisce durante la gestazione, portano conseguenze al feto. I neonati, dunque, nascerebbero più bassi e di peso inferiore rispetto a quelli che sono nati in un contesto climatico meno “confuso” e più regolare. A questa conclusione è giunto uno studio pubblicato sulla rivista ‘World Development‘ e condotto da ricercatori della statunitense World Bank e dell’Institute for the Study of Labor, tedesco.
I ricercatori hanno analizzato la relazione che intercorre tra la salute e l’esposizione del feto a shock termici, considerando un arco temporale che va dal 1999 al 2008 e ben 1,5 milioni di nascite. Il risultato, secondo gli studiosi, è stato evidente: anche solo moderate ondate di calore, vissute durante il terzo trimestre di gravidanza, hanno ridotto il peso dei bebè alla nascita di circa 4,1 grammi. Inoltre, a causa dell’aumento del freddo durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, si è ridotta anche la lunghezza media dei neonati, di circa 0,014-0,018 cm. E sono anche aumentati gli effetti negativi sui punteggi ottenuti dai bambini in questione sull’indice di Apgar, ovvero il test che valuta la vitalità dei bebè nei primi minuti di vita. “I risultati mostrano come i neonati siano vulnerabili alle condizioni ambientali“, spiega Mabel Andalon dell’Institute for the Study of Labor, al ‘Telegraph’. Alison Wright, invece, portavoce del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, è convinta che “ora bisogna lavorare sulla ricerca di strategie per mitigare questi effetti sulla salute“.