Disturbi del sonno? Ecco come riposare per vivere meglio

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Finiti i tempi dei ‘sogni d’oro’. Il sonno è sempre più una chimera e oggi molto più che in passato si dorme poco, male o a singhiozzo. Circa il 20% degli italiani soffre di un disturbo del sonno, ne sono stati identificati oltre 90 ‘tipi’, ma “non è ancora accettata l’idea di rivolgersi ad un medico per discuterne. E non è un dato sempre imputabile al paziente“, afferma Francesco Peverini, medico internista e direttore scientifico della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno Onlus. Peverini è autore del libro ‘E’ facile dormire se sai come farlo – impara a riposare per vivere meglio‘, edito da Bur-Rizzoli. Un volume frutto di 20 anni di ricerche sul sonno.

Nelle loro molteplici forme, i disturbi del sonno – apnee notturne, incubi, insonnia, sonnambulismocolpiscono con sempre maggior frequenza la vita di giovani e adulti – prosegue Peverini – E, anche se spesso tendiamo a sottovalutarne gli effetti, la mancanza di sonno non solo è causa di irritabilità, scarsa produttività e deficit di memoria, ma favorisce anche problemi come aumento del peso corporeo, ipertensione e patologie cardiovascolari“. Una sola ora e mezza di riduzione del sonno notturno, anche per una sola notte, può comportare una diminuzione della vigilanza diurna del 32%. Ma quali sono i motivi fisici e psicologici che ci portano a dormire, e quindi vivere, male? E come si può recuperare la giusta alternanza sonno-veglia?”. A queste domande ha risposto l’esperto dei disturbi del sonno che nel libro ha rimarcato “l’inefficacia e i rischi legati ai rimedi ‘fai da te’“, e indicato le soluzioni più adatte ai diversi problemi.

insonniaMuovendosi tra stili di vita e caratteristiche degli ambienti domestici, ritmi di lavoro e uso della tecnologia, abitudini alimentari e fonti di stress, l’autore mostra passo dopo passo come riconoscere e risolvere sia i disagi leggeri sia le patologie più serie. Per trascorrere notti serene e ritrovare le energie necessarie per affrontare al meglio gli impegni di ogni giorno. “In media trascorriamo addormentati circa il 30% della nostra vita – ricorda Peverini – In genere pensiamo che l’arco di tempo che separa la fase di addormentamento dal risveglio (6-7 ore spesso molto meno), sia l’unico momento dedicato al risposo, ore passate in una dimensione ‘diversa’ ma immancabilmente ristoratrice, con l’occasione di fare anche un bel sogno. Abbiamo, insomma, un naturale concetto di omogeneità del sonno, che risente senza dubbio del fatto che, a esclusione dei sogno (o dei risvegli notturni e degli incubi), nulla ricordiamo delle ore passate a dormire“. “Ma non è tutto così omogeneo – scrive l’esperto – è inevitabile sottolineare come oggi il 16% degli adulti dorma abitualmente meno di 6 ore a notte, il 24% raggiunga a stento le 7 ore, il 31% le 8 ore e finalmente il 26% riposi per 8 o più ore. Mentre più del 60% dei ragazzi di età compresa tra i 17 e 24 anni è stato definito ‘poor-quality sleeper’ ovvero ‘dormitore di scarsa qualità’, con problemi fisici e psicologici, mentre è stato ampiamente dimostrato che un sonno adeguato ha effetti positivi sull’apprendimento, la memoria, l’attenzione e l’autocontrollo“.

Nel libro ‘E’ facile dormire se sai come farlo – impara a riposare per vivere meglio‘, Peverini affronta anche alcuni temi molto attuali come i colpi di sonno al volante causati dalla sonnolenza diurna dovuta sindrome delle apnee ostruttive (Osas), il sonnambulismo (ha una prevalenza nella popolazione stimata tra l’1% e il 15%), il ‘social jet lag’ che accade al rientro dalla vacanze, la narcolessia, l’insonnia e la sexsomnia. Quest’ultimo è un disturbo del sonno simile al sonnambulismo, in cui un individuo che dorme inizia un’attività sessuale da solo o con un partner. “Una prudente stima su circa 800 paziente ha rilevato che il 7,6% aveva risposto in modo affermativo alla domanda se avessero mai iniziato l’attività sessuale con un partner durante il sonno, ma la maggior parte di loro non ne aveva ma discusso con un medico“, scrive Peverini. Nelle conclusioni del suo lavoro Peverini evidenzia che “non esiste un insegnamento strutturato di Medicina del sonno nelle università italiane. Non si tratta di istituire una specializzazione, ma di formare i medici a una materia complessa le cui competenze trasversali abbracciano molte discipline e interessano molti apparati. E’ necessaria quindi – osserva lo specialista – la creazione nelle nostre istituzioni di una organizzazione interdisciplinare della Medicina del sonno“.

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