Inchiesta petrolio: confermato il sequestro degli impianti Eni in Basilicata

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Il Tribunale del Riesame di Potenza ha respinto il ricorso dell’Eni che ha chiesto il dissequestro degli impianti funzionali del Centro Olio Val d’Agri (Cova) a Viggiano. Nell’ambito dell’inchiesta della Procura su un presunto illecito smaltimento di rifiuti, i carabinieri del Noe hanno sottoposto a sequestro due vasche collegate ad una linea di produzione. Stesso provvedimento cautelare anche per il pozzo di reiniezione Costa Molina 2, gestito da Eni ed ubicato in territorio di Montemurro.

A fronte di tale rigetto, Eni farà ricorso in Cassazione. ”Eni prende atto con rammarico della decisione del tribunale di riesame di Potenza di conferma del sequestro del centro olio di Viggiano disposto dalla Procura di Potenza – si legge in una nota della compagnia – nonostante le evidenze scientifiche indipendenti depositate agli atti del procedimento penale e illustrate nel corso dell’udienza presso il tribunale del riesame. Eni procederà immediatamente a presentare ricorso in Cassazione, nelle more l’impianto olio di Viggiano rimarrà non operativo e sarà avviata la procedura di fermata e la messa in stato di piena sicurezza del sito’‘.

La produzione è sospesa e riguarda giornalmente 75.000 barili di greggio. ”In ogni caso, separatamente dal ricorso in Cassazione, Eni – si legge ancora in un comunicato – ribadisce l’intenzione di richiedere un incidente probatorio tecnico in contraddittorio con la Procura: un’istanza in tal senso sarà depositata a breve. L’istanza farà leva proprio sulle chiare evidenze scientifiche elaborate del collegio di periti indipendenti che confermano il rispetto da parte dell’impianto delle best practice internazionali per impianti analoghi adottati in tutto il mondo e della normativa italiana”.

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