Internet day, Adoc: “Dopo 30 anni l’Italia è ancora in grave ritardo sulla banda larga”

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Esattamente trenta anni fa iniziò l’epopea di Internet in Italia, rivoluzionando il mondo della comunicazione e il modo di comunicare. Ma se si vuole rendere la rete un vero motore di sviluppo nel nostro Paese occorre ridurre drasticamente il digital divide che ci separa dal resto del mondo. Lo scrive in una nota l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc). “L’avvento del web è stato una rivoluzione ma molti passi devono ancora essere fatti in Italia per farlo diventare un vero e proprio motore di sviluppo del Paese – dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc – e il primo passo è ridurre il digital divide e diffondere in modo serio e capillare la banda larga. Ad oggi, infatti, l’Italia registra un livello di copertura della connessione dati da postazione fissa del 20% contro il 62% dell’Ue a 28 e di conseguenza un digital divide doppio rispetto a quello europeo e con situazioni regionali (specie aree rurali) che arrivano al 100%, ovvero totale assenza di reti a banda larga“.

Riguardo alle connessioni a banda ultra larga – aggiunge Tascini – la situazione è ancora più critica se si considera il livello di penetrazione: solo il 4% delle famiglie utilizza connessioni superiori a 30 megabit al secondo (contro il 26% dell’Ue-28) e praticamente nulle sono le connessioni superiori a 100 mbps (9% nell’Ue-20). L’Italia oggi arranca a una velocità media di connessione di 5,4 Mbps rispetto ai 17,4 Mbps della Svezia, numero uno in Europa, ed ai 20,5 Mbps della Corea del Sud, numero uno al mondo. L’Italia si piazza complessivamente al 25° posto fra i 28 Paesi dell’Unione Europa. Questi numeri fotografano il grave ritardo Italiano nella diffusione della banda ultra larga, che invece è fondamentale per portare i servizi della pubblica amministrazione digitale in rete e per consentire alle piccole e medie imprese di scommettere di più sull’e-commerce per aumentare l’export“.

La media Ue alla voce shop online è del 63%, per l’Italia 35% – prosegue Tascini – L’accesso ai contenuti audiovisivi on demand in Italia è al 20%, media Ue al 40%. Il selling online vede una media Ue al 15%, in Italia meno del 5%, in Germania oltre il 25%, in Lituania al 20%. Occorre necessariamente procedere ad una effettiva digitalizzazione del Paese e ad una conseguente alfabetizzazione digitale dei cittadini“. “A beneficio di tutte le componenti sociali e economiche del Paese – conclude il presidente Adoc – Internet è un’opportunità ed un diritto e si deve agire in modo da garantirlo“.

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