I toscani terrorizzati più dai cibi contaminati che dai terroristi. Per otto su dieci la paura principale è dentro il piatto. E’ il risultato di un sondaggio online lanciato da Coldiretti Toscana (info su www.toscana.Coldiretti.it) all’indomani della presentazione della ”Black List dei cibi più contaminati” elaborata sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa. Secondo il sondaggio della principale organizzazione agricola l’80% dei toscani è preoccupata più dalla la possibilità di mangiare cibi contaminati senza saperlo che dal rischio di attentati (18%). Il 2% non ha saputo invece rispondere. “Sicurezza alimentare, trasparenza e tracciabilità dei prodotti agroalimentari ed alimentari – spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – sono sempre più una preoccupazioni per i toscani che temono di trovare nel loro piatto e sugli scaffali prodotti stranieri contenenti percentuali pericolose di insetticidi, micotossine, additivi e coloranti alcuni dei quali tossici, pericolosi e cancerogeni“.
“Purtroppo si tratta di paure figlie dei continui scandali e delle importazioni senza regole che dai paesi stranieri sbarcano nei nostri mercati per finire nella filiera della trasformazione o come accade per i broccoli dalla Cina o il prezzemolo dal Vietnam direttamente sugli scaffali – sottolinea Marcelli – E’ per questa ragione che non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri. Poi ognuno sarà libero di effettuare l’acquisto che crede, ma in modo consapevole”. Broccoli dalla Cina, basilico dall’India, prezzemolo dal Vietnam, melagrane dall’Egitto, peperoncino dalla Thailandia, piselli dal Kenya ma anche frutta dal Sud America: eccoli i prodotti ”stranieri” più contaminati. Con la quasi totalità (92%) dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici sono i broccoli provenienti dalla Cina il prodotto alimentare meno sicuro, ma a preoccupare è anche il prezzemolo del Vietnam con il 78% di irregolarità e il basilico dall’India che è fuori norma in ben 6 casi su 10. Nella classifica ci sono però anche le melagrane dall’Egitto che superano i limiti in un caso su tre (33%), ma fuori norma dal Paese africano sono anche l’11% delle fragole e il 5% delle arance che arrivano peraltro in Italia grazie alle agevolazioni all’importazione concesse dall’Unione Europea. Con una presenza di residui chimici irregolari del 21% i pericoli – continua la Coldiretti – vengono anche dal peperoncino della Thailandia e dai piselli del Kenia contaminati in un caso su dieci (10%). I problemi – sottolinea Coldiretti – riguardano anche la frutta dal Sud America come i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana che sono fuori norma nel 14% dei casi per l’impiego di Spinosad e Cypermethrin. E’ risultato irregolare – sottolinea ancora Coldiretti – il 15% della menta del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni dall’Unione Europea per l’esportazione di arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno messo in ginocchio le produzioni nazionali. Da qui si spiega, in parte, anche il boom dei mercati a filiera corta e del progetto di Campagna Amica (+10% consumi) e del biologico che in Toscana ha registrato un nuovo importante balzo in avanti (+20%) a confermare l’esigenza dei consumatori toscani di prodotti sicuri, sani, freschi, tracciati e locali”.
“Ben diversa è invece la situazione dei prodotto alimentari italiani che sono dieci volte più sicuri di quelli extracomunitari. E’ il risultato – spiega Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – dell’impegno degli agricoltori per una agricoltura da record a livello internazionale per sicurezza alimentare e rispetto ambientale, il tutto realizzato anche attraverso una stretta collaborazione con gli organi di controllo, a tutela di imprese sane e cittadini“.