Clima: l’agricoltura sta pagando i continui sbalzi termici

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Le grandinate e le bombe d’acqua che hanno colpito nei giorni scorsi il Paese hanno causato grosse perdite, in primis alla cerasicoltura. In Puglia sono andati distrutti quasi 80 milioni di euro di ciliegie da inizio campagna. A Ferrara e anche in diverse aree del Bolognese, del Basso Veneto e del Mantovano, la situazione climatica sta provocando un fenomeno anomalo e diffuso di Cascola nei frutteti che riguarda quasi metà delle aziende agricole.

 Le piogge torrenziali e le grandinate che hanno interessato il Sud Italia nell’ultimo fine settimana “hanno assestato un colpo mortale – afferma la confederazione agricola – ai ciliegeti pugliesi: distrutte le coltivazioni nella zona di Turi, Castellana Grotte, Putignano, Conversano, Corato, Ruvo di Puglia, Molfetta, Bisceglie. Il danno stimato al settore cerasicolo in queste zone e’ compreso tra il 70% (nella zona di Corato, Molfetta, Ruvo) fino al 100%. Un colpo durissimo -evidenzia la Cia- tanto piu’ che la Puglia e’ la prima regione in Italia in termini di produzione di ciliegie, rappresentando il 40% del totale nazionale, con 17 mila ettari investiti (di cui 15 mila nella sola provincia di Bari), 600 mila quintali prodotti, un volume d’affari di 300 milioni di euro e un fabbisogno annuo di manodopera stimato in 2 milioni di ore lavorative“. Le anomalie climatiche stanno portando danni anche al Centro-Nord. La Cia di Ferrara ha appena lanciato l’allarme sulla Cascola nei frutteti. Un problema iniziato alla fine di aprile che ha portato, in queste settimane, a una perdita di prodotto che sta raggiungendo picchi di 50-60%. Un fenomeno che riguarda i peri, ma anche albicocchi e ciliegi.

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