La liquirizia è una sostanza aromatica che viene estratta da una pianta spontanea originaria del Mediterraneo. La liquirizia era una pianta importante nell’antico Egitto, in Assiria e in Cina, era già nota nell’antica Grecia ma solo nel XV secolo è stata introdotta dai frati domenicani in Europa. Come risulta dal primo Erbario cinese, in Asia la liquirizia è utilizzata da circa 5.000 anni ed è una delle piante più importanti. I medici cinesi la prescrivono per curare la tosse, i disturbi del fegato e le intossicazioni alimentari.
La radice di liquirizia contiene il 9,1 % di proteine, lo 0,5 % di grassi, il 6,8 % di acqua, il 24,5 % di fibre, carboidrati ed il 7,7 % di ceneri. I minerali: calcio, sodio, potassio, ferro, magnesio, silicio, selenio, manganese, zinco e rame. La liquirizia contiene le vitamine B1, B2, B3, B5, vitamina E e vitamina C. I principi attivi e le proprietà della liquirizia sono costituiti da acido glabrico, glicirizzina, triterpeni, saponine, tannini, acido malico, mannite, cumarine, stiroli, circa 30 tra flavonoidi e isoflavonoidi, carotenoidi, flavonoli, colina, betaina, ed altre sostanze amare.
Lia liquirizia per l’apparato gastrointestinale aiuta a migliorare i disturbi dell’apparato gastrointestinale, compresi aerofagia, stitichezza, digestione lenta e ulcere gastro-duodenali. Tali virtù sono state confermate da studi recenti che hanno evidenziato come la liquirizia riesca a formare un sottile film protettivo della mucosa gastrica, utile proprio nel caso di ulcere gastro-duodenali e come difesa di fronte all’aggressione di alcuni farmaci.
La liquirizia è usata per combattere la pressione bassa, la glicirrizina, un principio attivo presente nella liquirizia che interviene sui livelli di aldosterone, un ormone che regola la pressione arteriosa – potrà tirarvi su. Per lo stesso motivo però, la liquirizia, consumata regolarmente ed in quantità elevate non è indicata per chi soffre di ipertensione.
La liquirizia per la tosse è un toccasana anche per l’apparato respiratorio, ha il potere di calmare la tosse e favorire l’espulsione del catarro dai bronchi. Per il fegato, mangiare liquirizia può anche assicurare un’adeguata protezione al fegato, da uno studio è infatti emerso che il consumo di estratto secco di liquirizia per trenta giorni consecutivi produce un sensibile miglioramento di condizioni in individui affetti da insufficienza epatica cronica. Sarebbero gli antiossidanti di cui la liquirizia è ricca a favorire la riduzione di trigliceridi e transaminasi nei tessuti del fegato e l’aumento del glicogeno epatico.
Abbassa il colesterolo: numerose sostanze estratte dalle radici di liquirizia, prima fra tutti un flavonoide chiamato glabridina, hanno dimostrato di portare grandi benefici nel ridurre i livelli di colesterolo e nella prevenzione di patologie come l’arteriosclerosi. Questo flavonoide con proprietà antiossidanti si è rivelato efficace nel prevenire lo stress del sistema circolatorio nelle persone diabetiche. In presenza di zuccheri fornisce protezione ai vasi sanguigni, impedisce la formazione di placche nelle arterie e stimola la circolazione sanguigna nei diabetici.
La liquirizia può fungere anche da afrodisiaco: il profumo di questa pianta stimolerebbe il piacere femminile più di qualsiasi altro profumo.