Il lupo messicano, una sottospecie del lupo grigio (Canis lupus baileyi), si trova fin dal 1976 nella lista delle specie a rischio estinzione. Sterminato dai cacciatori americani nel secolo scorso, da oltre vent’anni è al centro di un progetto di recupero con la reintroduzione di diversi esemplari nelle regioni statunitensi dell’Arizona e del Nuovo Messico.
Da allora però, il progetto di recupero del lupo messicano ha vissuto continue difficoltà legate all’annoso conflitto fra difensori dell’ambiente e allevatori. I primi sostengono la necessità di tutelare questa specie, i secondi vogliono eliminarla per evitare attacchi al bestiame e criticano le reintroduzioni dell’animale giudicandole “assurde”.
Secondo studi recenti, alla fine del 2015 soltanto 97 lupi messicani popolavano le regioni dell’Arizona e del New Mexico.
Il lupo, uno dei pochi grandi predatori ancora esistenti nei paesi industrializzati del mondo, vive lo stesso problema in molte altre aree del pianeta. In Europa è specie protetta in praticamente tutti i paesi, compresa l’Italia, e negli ultimi anni il numero di esemplari è tornato a crescere dopo la quasi estinzione del secolo scorso. Tuttavia in paesi come Germania e Gran Bretagna è ormai scomparso, così come in Francia, fatta eccezione delle aree alpine dove sta lentamente tornando.
In Spagna è in corso una forte mobilitazione dei movimenti ecologisti in difesa del lupo iberico, una sottospecie tipica di quest’area. In Spagna infatti, a differenza del vicino Portogallo, il lupo può essere cacciato, anche se il numero di esemplari eliminabili è stabilito regione per regione. Questa misura è al centro di forti proteste e alcuni partiti politici hanno presentato già una proposta di legge per istituire il lupo iberico come specie protetta.