Rischio Idrogeologico: nell’anniversario delle alluvioni del polesine gli ingegneri rilanciano la salvaguardia del territorio?

MeteoWeb

Le due alluvioni che sconvolsero il Polesine nel 1951 e nel 1966 sono ancora vive nella memoria di chi visse quei momenti drammatici.

Soprattutto la catastrofe del 1951, che ebbe ripercussioni enormi non solo per il Polesine, è ancora un pesante monito che ci obbliga a guardare al futuro con una rinnovata consapevolezza sull’importanza fondamentale della difesa del nostro territorio.

Ed è proprio in occasione di questo duplice anniversario che gli Ingegneri vogliono mettere al centro della discussione pubblica la tutela del territorio e il problema del consumo di suolo, temi ancora oggi attualissimi e che vedono gli ingegneri impegnati in prima linea.

“Gli ingegneri sono da sempre particolarmente attivi nella difesa e nella tutela del territorio – sottolinea Gian Pietro Napol, Presidente FOIV Veneto -. Basti dire che, sulla scorta di un protocollo d’intesa sottoscritto tra il CNI ed il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e di un analogo documento sottoscritto tra la FOIV  ed il Nucleo di Protezione Civile Regionale, anche nel Veneto abbiamo costituito una “Task Force” di tecnici adeguatamente formati per il pronto intervento in caso di emergenza. Abbiamo già iniziato a formare i primi 46 ingegneri che, a titolo volontario e gratuito, presteranno la loro opera nel Nucleo Tecnico Nazionale e Regionale di protezione civile. Il primo corso è terminato da poco, in autunno comincerà il secondo”.

L’Ordine degli Ingegneri della provincia di Rovigo, in collaborazione con FOIV Veneto e con il Consiglio Nazionale Ingegneri, ha organizzato dunque per il 27 maggio un “Seminario Commemorativo degli eventi alluvionali nel Polesine del 1951 e 1996, nella ricorrenza del 65° e 50° anniversario”.

L’evento, che è patrocinato dalla Regione Veneto, da AIPo (Agenzia Interregionale per il Fiume Po) e dall’Autorità di bacino del fiume Po, si terrà al Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin a Taglio di Po (Rovigo) dalle ore 9.00 fino alle 19.30.

Un’intera giornata ricca di eventi, tavole rotonde, approfondimenti e discussioni per ricordare sì quei momenti drammatici, ma soprattutto per rilanciare il tema della difesa del territorio, come sottolinea l’Ing. Riccardo Zoppellaro, del Gruppo di Lavoro Ingegneria Geotecnica CNI – Ordine Ingegneri Rovigo: “In questi anni è stato fatto moltissimo per la difesa del nostro territorio, penso ad esempio ai bacini di laminazione che sono essenziali per garantire l’invarianza idraulica e per prevenire quindi le alluvioni. Ma la cementificazione selvaggia che ha investito la nostra regione non ha certo aiutato, anzi, in molti casi ha peggiorato l’equilibrio di un territorio che presenta molte criticità. Non dimentichiamo che il Polesine è stretto a nord dall’Adige e a sud dal Po e, di conseguenza, è una zona particolarmente a rischio. Un tempo gli argini erano più bassi, quindi le alluvioni più frequenti ma meno gravi, oggi che gli argini sono più alti anche a causa delle intense estrazioni metanifere ci sono meno rischi, ma quando poi si verificano episodi alluvionali i risultati sono peggiori. La gente del Polesine però ha una consapevolezza che l’ha portata ad imparare a reagire a questi fenomeni”.

Durante il seminario del 27 maggio verranno approfondite dunque le articolate tematiche del rischio idrogeologico della nostra regione e le peculiarità di un territorio particolarmente fragile come il Polesine di Rovigo, attraverso svariati contributi tra cui quelli dell’Ing. Carlo Rizzieri (Presidente Ordine Ing. Rovigo), dell’Ing. Gian Pietro Napol (Presidente FOIV), dell’Ing. Fabio Bonfà (Vice Presidente Vicario CNI Consiglio Nazionale Ingegneri) e di tanti altre ospiti e personalità del mondo accademico (si veda programma completo allegato). 

Per la prima volta inoltre verrà presentato il rapporto originale dell’epoca dell’alluvione del 1951, un documento autografo redatto dall’Ing. Mario Sbrana, allora Capo del Genio Civile, che visse in prima persona quei giorni drammatici.

“Grazie ad un paziente lavoro di archivio siamo riusciti a recuperare la relazione autografa dell’Ing. Sbrana – continua l’Ing. Zoppellaro -, un documento di straordinaria importanza storica che illustra in maniera incredibilmente lucida cosa devono aver vissuto gli abitanti del Polesine mentre le loro case venivano devastate da miliardi di metri cubi d’acqua. Si tratta della relazione ufficiale dell’epoca, un resoconto tecnico della tragedia ma anche un’incredibile narrazione di quell’alluvione che segnò in maniera indelebile le vite di migliaia di persone che vivevano in Polesine, oltre a cambiare per sempre il volto del nostro territorio”.

Il seminario del 27 maggio risulta valido ai fini dell’Aggiornamento Professionale Continuo degli Ingegneri; ai partecipanti verranno assegnati n. 6 CFP, prevedendo al massimo 150 presenze.

Condividi