Saffo e il tramonto della costellazione delle Pleaidi: individuata la stagione con “Starry Night”

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Un software astronomico di ultima generazione, dal significativo nome di “Starry Night” (Notte stellata), e un cielo notturno della Grecia di oltre 2500 anni fa: due realtà apparentemente lontane – non solo nel tempo – che, grazie ad un recente studio, sono entrate in contatto dimostrando l’importanza dei rapporti interdisciplinari tra scienza e mondo umanistico. La ricerca, dal titolo “Seasonal dating of Sappho’s ‘Midnight Poem’ revisited”, è stata curata dall’Università del Texas ad Arlington ed è stata pubblicata sul “Journal of Astronomical History and Heritage” lo scorso 13 maggio.

A salire agli onori della cronaca è una lirica di Saffo, la celebre poetessa di Lesbo vissuta tra la fine del VII secolo a. C. e la prima metà del VI, in cui è descritto il tramonto della costellazione delle Pleaidi.

Le PleiadiIl testo, classificato dai filologi come frammento 168 B Voigt, è noto anche come “Poema di Mezzanotte” e ha conosciuto grande fortuna nel mondo letterario al punto che si sono cimentati a tradurlo anche autori del calibro di Leopardi, Foscolo, QuasimodoPavese.  Una delle versioni più celebri è quella del poeta Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura nel 1959: “Tramontata è la luna / e le Pleiadi a mezzo della notte; / anche giovinezza già dilegua, / e ora nel mio letto resto sola”.

L’elemento astronomico della lirica, ritenuta scritta nel 570 a.C., è naturalmente quello che ha acceso la curiosità dei ricercatori e che li ha spinti ad usare il software Starry Night 7.3 per individuare la stagione cui si riferisce la situazione del cielo descritta da Saffo (a destra, il busto conservato ai Musei Capitolini).

Il software ha dimostrato che, nel cielo di Lesbo del 570 a.C., la poetessa dovrebbe aver visto tramontare le Pleiadi circa a mezzanotte il 25 gennaio, la prima data utile da prendere in considerazione. Con l’avanzare dei mesi – spiega l’ASI – la costellazione tende ad anticipare il suo tramonto e questo ha spinto gli studiosi a considerare come data limite il 31 marzo. Quindi, ad accompagnare lo struggimento e la sensazione di vuoto di Saffo, è stato il cielo di una notte compresa tra la metà dell’inverno e l’inizio della primavera.

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