“Mantenere alta la memoria di questi tragici terremoti ed i rapporti con la natura che possono essere così drammatici, credo sia un modo per tenere alta attenzione su importanza di questi eventi e la loro prevenzione“. Parole del neo Presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, che oggi a Roma nella sede dell’Istituto ha aperto la giornata dedicata al 40 esimo anniversario del terremoto del Friuli. Dalla registrazione della prima scossa da parte dell’osservatorio sismico centrale di Monte Porzio Catone, a sud-est di Roma, alle comunicazioni tramite telescrivente a istituzioni e media, fino all’intervento con sismografi portatoli.
“Ero a Feltre dove sono nato quando ci fu il terremoto del Friuli, ero al primo anno di scienze geologiche ed è per quel terremoto che mi sono appassionato al problema della sismicità proprio perché ho vissuto da vicino, mio fratello era uno dei volontari subito accorso ed ho vissuto giorno per giorno la ricostruzione e come geologo ho cercato di capire come avvenne quel terremoto e come la migrazione della sismicità in un ambiente complessivo venga fortemente determinata dal basso carico ipotetico e all’epoca l’evento di maggio avvenne ad una profondità minore rispetto a quello di settembre, c’è stato un approfondimento nella sequenza. Quello del Friuli è stato un terremoto da cui abbiamo iniziato ad imparare tante cose” ha aggiunto Doglioni.