Voragine Firenze: parapetto dell’Arno spostato di 3 metri

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Si dovra’ lavorare per ricostruire tutto il parapetto dell’Arno che ha ceduto di almeno tra metri nel punto piu’ danneggiato dalla voragine“. Lo dice all’Agi Francesco Ceccarelli, vicepresidente dell’ordine dei geologi toscani, interpellato sul cedimento del terreno nel tratto del Lungarno Torrigiani a Firenze. “C’e’ un’indagine in corso della magistratura e dell’Autorita’ Idrica Toscana – dice il geologo – . Sulle cause dell’incidente e’ troppo presto per avere risposte. Al momento si stanno facendo controlli per accertare la stabilita’ degli edifici circostanti. Non sembrano esserci problemi, ma e’ chiaro che il monitoraggio dovra’ proseguire anche nelle prossime settimane“. Secondo Ceccarelli, la ferita di Firenze rappresenta un simbolo dell’incuria in cui versa il territorio italiano. “A Carrara 5 alluvioni in 10 anni, situazioni a rischio anche nel resto della Toscana, in Sardegna e in Campania. Sono passati 50 anni dall’alluvione di Firenze ma se domani arrivasse una piena dell’Arno forte come quella di allora, avremmo gli stessi danni. In tutto questo tempo non siamo stati capaci di mettere in sicurezza il territorio“.

Secondo il geologo, “servirebbero sia opere di laminazione delle piene, sia aree di accumulo delle acque del fiume. In tal modo – spiega Ceccarelli – l’ondata di piena arriverebbe piu’ bassa, perche’ l’acqua sarebbe uscita prima a monte“. Qualche intervento in questo senso e’ gia’ stato avviato, ma “e’ inutile cominciare e poi lasciare le cose a meta’“. “Dobbiamo spiegare ai cittadini i rischi che corrono perche’ l’ambiente non viene preservato. Cominciamo inoltre a lavorare sulle normative – conclude Ceccarelli -. Se le leggi verranno scritte in modo chiaro e coraggioso, allora potranno essere la prima opera di prevenzione e manutenzione del territorio“.

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