Alluvione Versilia: 20 anni la terribile valanga di fango che causò 15 morti

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Il 19 giugno 1996 una valanga di fango si abbatté sull’Alta Versilia e la Garfagnana, Cardoso e Fornovolasco dove morirono 15 persone e vi furono centinaia e centinaia di milioni di euro di danni. Per questo motivo si è svolto oggi il convegno “Per un territorio sicuro, iniziative e proposte“. “Quanto successo venti anni fa in Versilia e Garfagnana – ha detto l’assessore regionale all’ambiente e protezione civile Federica Fratoni – deve continuare a rappresentare per tutti noi uno stimolo fortissimo a considerare un’assoluta priorita’ l’impegno per la messa in sicurezza del territorio e la prevenzione. Per questo in Versilia e in Garfagnana la Regione non si e’ limitata a ripristinare la situazione precedente all’alluvione, ma ha puntato su una ricostruzione in grado di garantire una messa in sicurezza maggiore che in passato, anche a fronte di eventi del tutto eccezionali come quello del 1996. Un evento, ricordo, che non va imputato a dissesti del territorio, ma a precipitazioni straordinarie per intensita’ e concentrazione“.

Una situazione – ha proseguito l’assessore – alla quale gli ultimi anni con l’effetto dei cambiamenti climatici ci hanno abituato e che oggi la Toscana si sta organizzando a fronteggiare grazie prima di tutto al Documento operativo per la difesa del suolo che stanzia risorse stabili per la mitigazione del rischio, che segna il nuovo approccio al tema della mitigazione del rischio idraulico programmando opere per 195 milioni, che declina il concetto di resilienza sia nella parte preventiva e non in emergenza, tramite la realizzazione di interventi, sia nella parte gestionale, con il finanziamento di un importante monitoraggio in tempo reale di tutti i movimenti franosi e con la disseminazione di buone pratiche grazie al coordinamento e al finanziamento dei contratti di fiume“.

“Il ‘modello Versilia’ – ha concluso Fratoni – ha dimostrato come si possa intervenire efficacemente su un’emergenza, con interventi rapidi e mirati sulle effettive esigenze dei territori colpiti. Se si puo’ parlare di un ritorno alla vita a tempo di record dei paesi colpiti, se rispetto a quello che e’ successo per altre calamita’ le famiglie e le imprese colpite non hanno dovuto subire i tempi infiniti della burocrazia e la farraginosita’ delle procedure, lo si deve in buona parte anche al modello istituzionale che proprio nel 1996 abbiamo inaugurato“. Già dal 15 luglio fu possibile presentare il Piano degli interventi pubblici più urgenti con un elenco infinito di infrastrutture da ripristinare. Un programma di interventi di eccezionale ampiezza che ha potuto essere portato a termine grazie anche alla disponibilita’ e alla rapidita’ dei finanziamenti: complessivamente sono stati circa 230 i milioni di euro che hanno finanziato la ricostruzione e la messa in sicurezza.

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