Medicina: le richieste di risonanze magnetiche aumentano i conflitti nello studio del medico di base

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Le molte richieste di risonanze magnetiche fanno crescere il conflitto tra medici di famiglia e pazienti, spesso convinti a torto che si tratti di una diagnosi definitiva in ogni caso. E non aiuta la poca conoscenza dei vincoli e dei limiti da parte degli specialisti che, in molti casi, suggeriscono l’indagine. Un problema che si è accentuato con il recente decreto appropriatezza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Lo ha spiegato, in sintesi, il presidente del Kos, cooperative mediche, Saverio Annunziata, nel corso del simposio dedicato alla risonanza magnetica in cardiologia e nelle altre discipline mediche organizzato alla Clinica Mediterranea di Napoli.
La domanda di risonanze magnetiche, come di tutte le prestazioni ad alto costo, negli studi dei medici di famiglia è sempre molto elevata rispetto a quelli che sono i bisogni reali“, ha spiegato Annunziata. Gli italiani, ha ammesso il medico, hanno poca ‘cultura sanitaria’ e, secondo i dati, fanno più esami diagnostici e radiologici rispetto alla media europea. “Per prescrizioni più appropriate dovremmo essere molto più aiutati dagli specialisti che, in genere, inducono la richiesta. Molto spesso, però, entriamo in conflitto con il paziente anche perché lo specialista o l’universitario non si attiene alle indicazioni ‘burocratiche’: non appone il timbro con il codice di iscrizione all’ordine, non specifica la diagnosi sospetta. Ci sono norme da condividere, senza le quali effettivamente il conflitto tra medico di medicina generale e il paziente, o con lo stesso specialista diventa intollerabile“, conclude Annunziata. (AdnKronos)

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