Sigarette: l’introduzione di “pacchetti generici” rischia di far aumentare il traffico illecito

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“L’introduzione di “confezioni generiche”, come hanno fatto Australia, Francia, Regno Unito e Irlanda, rischia di far aumentare il traffico illecito di sigarette”. A sostenerlo è Thomas Lesnak, che ha lavorato per oltre 26 anni presso il Dipartimento di Stato degli Stati uniti e il Bureasu of Alcohol, Tobacco, Firearms & Explosives statunitense. “Il traffico di sigarette è già oggi“, speiga Lesnak, “per dimensioni e profitti, pari al traffico di droga. Tanto che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, l’Interpol, le Nazioni Unite e altri organismi considerano il tabacco illegale alla stregua di un’epidemia mondiale che finanzia le organizzazioni criminali e terroristiche. Il pacchetto generico rappresenta – conclude Lesnak – un esempio perfetto di come un governo possa rendere inconsapevolmente un reato, già considerato semplice, ancora più semplice e redditizio. Il caso dell’Australia è emblematico: da un rapporto Kpmg del 2014 è emerso, infatti, che a soli due anni dall’adozione del confezionamento generico si è registrato un aumento dell’uso di tabacco illegale pari a quasi il 25%. Un aumento che ha costretto il governo australiano ad istituire un team specifico per contrastare il fenomeno del tabacco illegale“. Per Ernesto Ugo Savona, direttore di Transcrime, “in Australia, la realizzazione di confezioni generiche per i prodotti del tabacco è un esempio lampante di una normativa che potrebbe sortire l’effetto opposto rispetto a quello previsto. Infatti, questi prodotti non sono sottoposti a nessun controllo e, essendo illegali, diventano facilmente accessibili ai minori“.

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