L’Italia punta a conoscere ciò che è successo dopo il Big Bang per ricostruire i primi istanti dell’universo. Per questo motivo, i nostri ricercatori hanno richiesto all’Esa di poter anticipare la missione eLisa. “Prima partiamo e prima arriveremo“, ha detto il vice presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Antonio Masiero, nella conferenza stampa organizzata a Roma da Infn e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). La missione prevede tre satelliti distanti fra loro un milione di chilometri così da poter registrare anche la minima increspatura provocata da un’onda gravitazionale. “Abbiamo davvero la possibilita’ di arrivare per primi“, ha detto la responsabile dell’Asi per l’esplorazione dell’universo, Barbara Negri. “E’ tutto sul tavolo – ha aggiunto – e se ne discutera’ il Comitato dell’Esa per la selezione dei programmi scientifici obbligatori, il 21 e 22 giugno. “Si apre un mondo nuovo e l’Europa e’ pronta ad affrontarlo“, ha aggiunto. All’interno del satellite troviamo due cubi di oro e platino dal lato di 46 millimetri e pesanti due chili che fluttuano percependo la forza di gravità. Qualsiasi cambiamento significa che c’è una variazione nella gravità. “Siamo orgogliosi di contribuire al successo di una missione molto ambiziosa“, ha rilevato il direttore del settore Spazio di Leonardo-Finmeccanica, Luigi Pasquali. “Aprendo la strada alla costruzione di un osservatorio spaziale per le onde gravitazionali – ha aggiunto – portera’ a una nuova fase della conoscenza umana“.