I tornado sono possibili anche in Italia, dove pero’ sono molto meno intensi e decisamente più rari di quanto non lo siano negli Stati Uniti. Le zone nelle quali la loro formazione e’ più frequente sono le zone costiere e, soprattutto,la Pianura Padana. ‘‘In queste zone possono formarsi sistemi connettivi che in particolari condizioni possono dare origine a dei tornado”, ha spiegato Massimiliano Pasqui, esperto dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibimet-Cnr). ‘‘I meccanismi che li generano sono gli stessi che agiscono ovunque, la differenza – spiega – e’ nell’energia”. Ciò che in Italia rende più difficile (ma non impossibile) la formazione di violenti tornado, declassandoli a trombe d’aria, sono le caratteristiche tipiche del Mediterraneo e quelle del territorio italiano.
Innanzitutto c’e’ la grande vicinanza fra il mare e le zone più interne del Paese: ”Il Mediterraneo non e’ mai lontano dall’entroterra e in queste condizioni la formazione di vortici può essere facilmente disturbata dagli ostacoli, primi fra tutti i monti”, rileva Alfonso Sutera, del dipartimento di Fisica dell’università Sapienza di Roma. Per questo motivo la Pianura Padana e’ la zona nella quale più facilmente possono formarsi i tornado. Qui le masse d’aria fredda e secca possono incontrare quelle di aria calda e umida, innescando i moti convettivi all’origine degli uragani. ”Tuttavia non si verifica mai una situazione confrontabile a quella degli Stati Uniti”, osserva l’esperto. Le stagioni più frequenti sono quelle che segnano il passaggio dalla stagione fredda a quella più calda.
”La primavera e’ una delle stagioni più a rischio – spiega Pasqui – perché in questo periodo dell’anno e’ più frequente la presenza di masse d’aria fresca capaci di accentuare l’instabilità, associati a sistemi convettivi”. Tuttavia, rileva Sutera, bisogna considerare che le differenze stagionali nel Mediterraneo non sono mai troppo marcate: ”Possiamo distinguere nettamente due stagioni: una fredda ed una calda”, osserva. ”Il Mediterraneo – prosegue Sutera – e’ un grande mediatore di eventi meteorologici. E’ un mare chiuso e mantiene una temperatura sufficientemente alta da far si’ che le instabilità siano rare: e’ difficile che si verifichi la formazione di aria molto calda e umida al di sotto di masse d’aria molto secca e fredda”.
Nonostante ciò, anche in Italia ogni anno si verificano numerosi tornado che hanno capacità distruttive: la storia del Paese è zeppa di eventi drammatici come Volpago del Montello (24 luglio 1930, 23 morti) e Venezia (11 settembre 1970, 36 morti), ma soprattutto il disastro dell’8 dicembre 1851 in Sicilia dove si abbatté il tornado più violento della storia d’Europa, che provocò 500 vittime.