Aereo Malaysia Airlines disperso: il simulatore non prova la tesi dell’omicidio-suicidio di massa

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Il pilota del volo MH370 della Malaysia Airlines, scomparso l’8 marzo 2014, ha tracciato una rotta sull’Oceano Indiano nel suo simulatore casalingo, ma la simulazione non prova che abbia fatto precipitare volontariamente l’aereo. Lo ha affermato il ministro dei Trasporti Liow Tiong Lai, spiegando che quella tracciata dal capitano Zaharie Ahmad Shah è solo una delle migliaia di rotte percorse nel simulatore.
Non vi è ancora alcuna prova che confermi che il capitano Zaharie abbia deliberatamente inabissato l’aereo nell’Oceano Indiano“, ha detto ai giornalisti nel suo ufficio di Putrajaya. “Proprio sulla base di questo, non possiamo confermare l’abbia fatto“, ha aggiunto.
Il mese scorso un documento confidenziale dell’indagine della polizia malese, cui ha collaborato anche l’Fbi pubblicato dal New York magazine, suggeriva che la scomparsa del volo MH370, in viaggio tra Kuala Lumpur e Pechino con 239 persone a bordo, sia stato un caso di omicidio-suicidio di massa premeditato dal pilota. Una ipotesi nata proprio dai dati presenti nel simulatore di volo di proprietà capitano dell’aereo.
L’indagine sulla scomparsa dell’aereo è ancora in corso, ha detto dal canto suo il capo della polizia malese Khalid Abu Baka, aggiungendo che solo il recupero della scatola nera mancante sarà in grado di fornire risposte su ciò che è accaduto al velivolo. (AdnKronos)

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