Fertility Day, il ginecologo: “Quasi a zero la donazione di gameti, bisogna sensibilizzare i giovani”

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Il Fertility Day del 22 settembre punta i riflettori sul mondo della procreazione, anche assistita. Una parte della quale, in Italia, proprio non decolla: quella legata alla donazione di gameti. “Per la fecondazione eterologa riceviamo moltissime richieste e in Alma Res è nata la prima coppia di gemelli in Italia dopo che la legge ha consentito tale pratica. Ma la realtà generale in Italia è che mancano le donatrici di ovociti e spesso le coppie, spaventate anche dal fatto che i gameti devono essere ‘importati’ dall’estero, preferiscono ancora oggi rivolgersi direttamente a un altro Paese“.

Il quadro della situazione lo traccia Pasquale Bilotta, direttore scientifico della clinica Alma Res di Roma, il primo centro in Italia a rendere realtà la sentenza della Corte costituzionale del 2014, e che vanta ottime percentuali di gravidanza: del 65% con l’ovodonazione e del 76% nel caso di seme esterno alla coppia. “Io sono assolutamente d’accordo con la buona iniziativa di attirare l’attenzione sull’importanza della fertilità – dice Bilotta parlando del Fertility Day Ovviamente il messaggio deve essere quello giusto e rivolto ai ragazzi e alle ragazze in modo non da spaventarli od offenderli, bensì avvertendoli: state attenti alla vostra fertilità. Ma, d’altra parte, prendete anche in considerazione di aiutare chi ha difficoltà in questo senso, donando i gameti. E’ un atto di solidarietà enorme, è donare la vita“.

Secondo l’esperto occorrerebbe “entrare nelle scuole e spiegare che esistono delle situazioni e degli stili di vita che danneggiano la fertilità umana. Ed esistono dei sistemi di accertamento precoce della fertilità che possono evitare problemi in futuro. E, ancora, c’è il modo per aiutare chi questi problemi non li può risolvere. Il Fertility Day dovrebbe essere tutto questo“.

Uno degli aspetti di cui il ministero della Salute dovrebbe farsi carico – secondo Bilotta – è quello di organizzare una campagna rivolta soprattutto ai giovani, per dire loro: donate i vostri gameti, perché donate la vita. Così si può cambiare il destino di molte coppie in Italia e far nascere concretamente nuove famiglie, contribuendo alla crescita demografica. La legge è stata sdoganata, ma non è stata accompagnata dal giusto supporto per sensibilizzare le donne italiane“. Non decolla nemmeno la soluzione dell’egg-sharing, ossia della donazione di ovociti in soprannumero da parte delle donne che si sottopongono in prima persona a trattamenti di procreazione medicalmente assistita:

Prima della legge 40/2004 – ricorda l’esperto – questa pratica era più diffusa, soprattutto perché l’età delle donne che ricorrevano alla fecondazione in vitro era più bassa di quella attuale. Oggi, si pensi che il 70% delle pazienti della nostra clinica ha oltre 40 anni: l’egg-sharing non è più un’opzione praticabile, perché l’età degli ovociti è troppo avanzata“. Alma Res è impegnata anche sul fronte della sensibilizzazione al ‘social freezing‘, la conservazione degli ovociti, da eseguire preferibilmente prima dei 38 anni, per rimandare il momento in cui si cercherà una gravidanza. Per far sapere alle donne che anche in Italia è possibile prendere in considerazione questa opzione, Alma Res contribuisce al Fertility Day divulgando un’animazione grafica consultabile sul sito della clinica e diffusa attraverso la Rete e i social. Con l’obiettivo, conclude Bilotta, “di aumentare la conoscenza del problema (la maternità sempre più avanti con l’età) e della soluzione (la conservazione degli ovociti tramite vitrificazione)“.

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