Reionizzazione cosmica: più trasparenza nell’Universo

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L’Universo nella sua giovinezza ha attraversato una fase buia. Gli esperti la chiamano “Dark Age”. Tutta la radiazione elettromagnetica era assorbita dall’idrogeno neutro, il principale costituente del Universo primordiale, creando come una fitta nebbia che ha limitato le nostre conoscenze sull’evoluzione cosmologica nel periodo compreso tra circa 400 mila e 1 miliardo di anni dopo il Big Bang. Poi dall’idrogeno, e dall’elio, hanno iniziano ad accendersi le prime stelle, le prime galassie. E la radiazione emessa ha reso di nuovo trasparente, e visibile, il Cosmo. Un fenomeno che gli scienziati chiamano reionizzazione. Un team di cosmologi dell’University of California, Riverside ha analizzato i fattori che possono condizionare questo processo. Il risultato è contenuto in due studi, pubblicati su The Astrophysical Journal.

Gli scienziati americani, coordinati da Naveen Reddy, hanno sviluppato un modello in grado di predire la quantità di radiazione ionizzante in grado di sfuggire dalle galassie, spiega l’Agenzia Spaziale Italiana. È basato sulla stima del gas e delle polveri interstellari in esse presenti, che condizionano il redshift della radiazione emessa dalle galassie stesse.

Le analisi, rese possibili grazie ai dati ottenuti dai telescopi del Keck Observatory, mostrano che gas e polveri nelle galassie rappresentano delle vere e proprie staccionate. Alcune parti delle galassie, infatti, dove gas e polveri sono meno abbondanti, risultano direttamente visibili. Altre, invece, sono opache alla radiazione ionizzante.

Secondo i cosmologi statunitensi, i due studi aiuteranno a comprendere meglio l’epoca della reionizzazione dell’Universo. Quando, sottolineano gli esperti, sotto la spinta gravitazionale della materia oscura, dall’idrogeno e dall’elio si accesero le prime stelle e galassie. E una grande quantità di radiazione ultravioletta fu emessa dalle prime galassie, strappando elettroni da idrogeno ed elio circostante.

Questo processo di ionizzazione – sottolineano gli esperti nei loro due studi – ha reso l’Universo trasparente ai fotoni. Consentendo alla luce emessa di viaggiare liberamente attraverso il Cosmo. E di giungere fino a noi”.

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