Roger Penrose: l’universo poststazionario

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di Roberto Guerra – Tra universi stazionari e-o multiversi, in diversamente espansione, e fuori dal coro in certo senso, la grande ricerca anche speculativa e spregiudicata del grande Penrose; tra gli scienziati e filosofi scientifico-cosmici (letteralmente…) di maggiore autorevolezza e in ogni caso persuasivo anche se magari non necessariamente condiviso.
Parafrasando un Proust parallelo di altri universi paralleli della dimensione conoscitiva (letteraria in questo caso), ecco per la collana La Scienza come un Romanzo (Libri le Scienze-Corriere della Sera) una sua piccola grande opera omnia, “Dal Big Bang all’eternità. I cicli temporali che danno forma all’universo”.
Alla ricerca del Big Bang  (e-o i big bang..) “perduto” delle origini del”universo, è la costante letteralmente universale di questo lavoro che riassume le sue analisi rcerche e tesi complessive; uno zoom inoltre quasi storico stesso sul divenire delle scoperte e le ipotesi più o meno verosimili (a volte quasi immaginarie pur suffragate da molti straordinari indizi) sulla macchina meravigliosa dell’universo. Dalle “antiche” teorie del nostro stesso tempo sull’universo stazionario, all’universo in espansione, alle varie teorie più radicali della Gravità Loop o la Teoria delle Stringhe, dopo la scoperta stessa dei Buchi Neri e della radiazione di fondo primordiale  – la cosiddetta voce o musica dell’universo ovvero del Big Bang. Dopo l’ipotesi stessa inflazionistica o dell’inflatone che ha “generato” come pare l’esistenza stessa dell’universo come lo conosciamo, dai primissimi atomi alle stelle  alle galassie  ai pianeti  alla vita  a noi stessi  Esseri Umani o probabili alieni intelligenti….
Va da sè, la storia scientifica dell’universo e del cosiddetto Big Bang ormai oscura anche nell’immaginario quasi la dimensione artistica: molte verità probabilistiche se non provate, ma, come un gioco infinitamente piccolo o grande perpetuo, quasi una rincorsa senza fine apparente di Apollo a Dafne e persino viceversa: più la luce della scienza cattura i vagiti del big bang stesso, più aumentano i misteri stessi; non solo un caso la scoperta ancora recente di materia e energia oscure.
In ogni caso quel che emerge è la grande passione iperdemocratica della Grande Scienza: la vera scienza è una rara sfida conoscitiva persino a sè stessa, la rara dialettica di mutare ipotesi e “verità” relative, persino le proprie scoperte (si pensi solo a uno stesso celebre interlocutore di Penrose, il solito S. Hawking, sui buchi neri), a seconda dei dati dinamici, degli esperimenti confermativi o meno….
Penrose, formatosi nella verità storica dell’universo stazionario, via via ovviamente evolutosi verso le nuove teorie-fatti, alla fine ricombina le sue prospettive con un curioso ritorno – ma ex novo – in certo senso quasi ritorno alle origini, sollevando dubbi su ipotesi più oggi accreditate, ma ricombinandole esse stesse,  rileggendole anche in nuovi orizzonti teorici  e diversamente empirici e verosimili relativamenti coerenti, ad esempio sull’entropia, secondo Penrose, non minima alle origini del Big Bang, al contrario .., sulla celebre Seconda Legge della Termodinamica e coì via.
Pur in espansione in sempre nuove regioni autogenerantesi – l’universo se non stazionario, forse “resta” ciclico, tra big bang e big crunch…. e  così via…
Pur magari Multiversico, le stringhe e i buchi neri hanno altro o ulteriori “peso” o “leggerezza” nel grande gioco del mistero del cosmo stesso.
Forse recentemente la conferma del Bosone di Higgs, quindi la conferma ( o nuovi indizi)  delle teorie dell’Inflatone e dell’Universo in espansione o dei multiversi stessi, la stessa ipercomplesità dei Buchi Neri (non solo un pozzo infinito.. senza fondo, il Nulla assoluto per la fu Materia, ma qualcosa in certo modo sfugge, ancora   potenziali indizi di .. tunnel transtemporali eccetera ai limiti della fantascienza…), parrebbe incrinare un poco  il grande disegno “originale” del grande Penrose.
Ma poco importa, forse altre scoperte future,  si “riveleranno” tracce pro … Penrose (magari in  orizzonti oggi solo latenti…),  come poi – in altra dinamica, biologica e darwiniana  le mutazioni quasi “hedieggeriane apparentemente” negative e -o silenti,  si “rivelano”  come “embrioni” di future risorse adattive e  creative, nel menu o o sottomenu organico dell’evoluzione della specie.
Penrose, in ogni caso, riassumendo, esprime l’essenza della Grande Scienza, nello specifico alla ricerca delle origini del Big Bang cosiddetto (o dei Big Bang ciclici…) e il suo eterno avvenire.

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