ExoMars: con Nomad e Cassis c’è anche la tecnologia italiana a bordo del Tgo

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A bordo del Tgo (Trace Gas Orbiter), la sonda della missione ExoMars ci sono due italiani: si chiamano Nomad e Cassis, sono già al lavoro (anche se saranno pienamente  operativi a partire dal 2018) ed entrambi sono stati realizzati con il contributo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Nomad (Nadir and Occultation for Mars Discovery) è un insieme di spettrometri ad alta risoluzione, che permetteranno di individuare tutti gli elementi che compongono l’atmosfera marziana, anche quelli presenti in bassissime concentrazioni,  analizzando così con grande dettaglio i gas che la compongono. Lo strumento è frutto di una collaborazione dalla guida belga, a cui partecipano Spagna e Regno Unito. Anche l’Italia è presente, con l’Istituto di Astrofisica e Planetologia spaziali dell’Inaf (Inaf-Iaps). ”Nomad permettera’ di studiare i processi chimico-fisici in atto nell’atmosfera del pianeta, di decifrarne la storia evolutiva e di cercare molecole legate alla presenza di vita”, ha detto Giancarlo Bellucci, co-responsabile scientifico di Nomad. Lo strumento verrà acceso il 21 novembre, dopo l’ingresso in orbita del Tgo, per eseguire calibrazioni e osservazioni preliminari. ”L’orbita attuale non è quella definitiva – ha precisato il ricercatore – e queste osservazioni serviranno principalmente per verificare lo stato di salute dello strumento. Non è però detto che queste misure non ci regalino già qualche sorpresa, viste le prestazioni dello strumento. Altre osservazioni sono previste a gennaio 2017, mentre le attività scientifiche inizieranno a marzo 2018”.

Il secondo strumento a bordo del Tgo è Cassis (Colour and Stereo Surface Imaging System), costituito da una camera stereoscopica che effettua riprese in 3D della superficie di Marte. E’ stata disegnata e realizzata all’Università di Berna con il contributo dell’osservatorio di Padova dell’Inaf e dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). ”Ieri è iniziata la prima parte scientifica della missione” e “c’è grande soddisfazione perché lo strumento continua a mostrarsi in perfetta forma”, ha rilevato Gabriele Cremonese, dell’osservatorio di Padova. Il principale obiettivo di Cassis è ricavare la topografia delle possibili sorgenti di metano, con osservazioni solo di obiettivi selezionati. ”Prevediamo di osservare più di 30.000 obiettivi fino al 2022 e il limite è la quantità di dati che possiamo inviare a Terra. Siamo pronti – ha concluso – a ricevere da Cassis le prime immagini della superficie di Marte, che dovrebbero arrivare nel giro di qualche settimana e saranno un ottimo test di tutte le funzionalità dello strumento”.

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