Farmaci, esperti: “Terapia antialdosteronica scudo degli organi nell’iperteso”

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Nuovi dati sul canrenone (Luvion*), in fase di pubblicazione, ne dimostrano l’efficacia e la sicurezza nell’indicazione per cui è approvato: trattamento aggiuntivo in pazienti con ipertensione essenziale, non più controllati dalla terapia di prima linea a base di Ace-inibitori o sartani più diuretico tiazidico. “Si tratta di una famiglia di farmaci in commercio da anni, efficaci e sicuri – spiega Piergiuseppe Agostoni, responsabile dell’Area di cardiologia critica dell’Irccs meneghino, e professore ordinario di Cardiologia all’università Statale del capoluogo lombardo – Sono attivi sulla regolazione degli elettroliti a livello renale e presentano una peculiarità unica: una riduzione del processo di fibrosi, associata a una diminuzione del collagene, con effetti favorevoli sulla meccanica di cuore, reni e polmoni malati. Per questo negli ultimi 10 anni il loro impiego nei pazienti con scompenso cardiaco è aumentato dal 10% al 50% circa. E in futuro è destinato a crescere ulteriormente”. Definiti anche risparmiatori di potassio, i farmaci antipertensivi antialdosteronici non provocano ipopotassemia e permettono di abbassare la proteinuria: “Un fattore chiave – evidenzia Francesco Locatelli, primario emerito del Dipartimento di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco – da tenere a bada nel paziente con problemi renali”, nei quali si verifica fra l’altro “una progressiva situazione di sclerosi” che l’effetto antifibrotico di questi medicinali permette di contrastare.

Benefici complessivi che anche i medici di famiglia dovrebbero considerare, rilevano Cicoira e Locatelli: “Un follow-up con esami ematochimici regolari, da eseguire periodicamente a seconda delle condizioni cliniche del paziente, permette di tenere sotto controllo e di gestire in tranquillità eventuali situazioni di iperpotassemia”. Va evitata “la contemporanea assunzione di antinfiammatori non steroidei (Fans), supplementi di potassio o sali dietetici”, precisa Cicoira. E “in presenza di un evento acuto come febbre, diarrea o vomito la terapia va sospesa”, puntualizza Locatelli. Semplici accorgimenti, concludono gli specialisti, che si possono tradurre in Salute per i pazienti ipertesi e i loro organi vitali, nonché in risparmi per il Ssn.

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