Olio di palma: in quello non raffinato ci sono sostanze antitumorali

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Abusare dell’olio di palma può essere nocivo per la salute umana. Ma se non viene sottoposto a trattamenti di raffinazione, la sua composizione in termini di delta-tocotrienoli (composti della vitamina E) resta intatta. E’ proprio questo insieme di sostanze ha mostrato un’evidente funzione antitumorale nel melanoma. A dimostrarlo un recente studio di due Università Italiane (Università Statale di Milano e L’Università Degli Studi di L’Aquila) pubblicato sulla rivista Scientific Reports del Gruppo editoriale Nature e coordinato da Patrizia Limonta dell’ateneo milanese. Del team di ricerca della Statale fanno parte Marina Montagnani Marelli, Roberta Moretti, Monica Marzagalli, Lavinia Casati e Fabrizio Fontana.

Lo studio è stato svolto in collaborazione con Giangiacomo Beretta, del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche della Statale, e con Claudio Festuccia e Giovanni Luca Gravina del Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’Università dell’Aquila guidato dal Prof. Edoardo Alesse. La vitamina E è costituita da due classi distinte di sostanze antiossidanti (i tocoferoli e i tocotrienoli) che differiscono chimicamente tra loro. E’ proprio una delle diverse forme di tocotrienoli (Delta) che ha dimostrato una significativa attività antitumorale su cellule di melanoma umano. E’ importante sottolineare che mentre l’olio di palma contiene solo il 50% di Delta-TT, i semi di Bixia Orellana, un semente usato in America del Sud come colorante naturale per gli alimenti, ne contengono invece ben il 99%.

I ricercatori hanno estratto il Delta-TT sia da olio di palma commerciale prodotto dalla Golden Hope Biorganic (utilizzato a fini clinici e farmaceutici dalla stessa ditta) che dalla Bixia Orellana. Negli studi su cellule umane di melanoma, condotte presso la Statale di Milano, si è potuto verificare che il Delta-TT agevola la cellula tumorale di melanoma ad andare in una morte programmata. La controprova in modelli animali, condotta nei laboratori del Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’ateneo Aquilano, ha confermato come il composto rallenti in modo evidente la crescita del melanoma e la sua propensione ad invadere i tessuti sottostanti. Inoltre, si è chiaramente evidenziato che il composto ha un effetto specifico sulle sole cellule tumorali poiché non si sono osservati effetti misurabili sulla proliferazione di melanociti umani (non tumorali) e non si sono avuti effetti tossici nel sull’animale. Questi dati di tossicità confermano quanto già noto nell’uomo.

I due ricercatori spiegano che “dal momento che i tocotrienoli sembrano anche ridurre lo sviluppo di malattie cardiovascolari e neurodegenerative, come la patologia di Alzheimer, questi dati dimostrano che sia l’olio di palma ad uso non alimentare, quindi non raffinato, che la Bixia Orellana contengono sostanze protettive per la salute umana. Allo stesso modo è importante che non passi il messaggio che l’olio di palma, come grasso vegetale utilizzato negli alimenti, abbia un potere antitumorale“. Il prossimo passo sarà quello di valutare se il Delta-TT possa, in futuro, entrare a fare parte delle “armi” utili a combattere il melanoma.

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