Smog: esiste l’ipertensione da inquinamento, uno studio ne svela l’incidenza

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Pressione alta ‘da smog’. Un’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico è legata a una maggiore incidenza di ipertensione, secondo il più grande studio mai effettuato per indagare gli effetti del traffico (anche il rumore) sulla salute umana, seguendo più di 41.000 persone in 5 Paesi per un periodo fino a 9 anni. Il lavoro, pubblicato sull”European Heart Journal’, ha messo in evidenza che tra gli adulti fino a una persona in più su 100 della stessa fascia di età, fra coloro che vivono nelle zone più inquinate della città, sviluppa ipertensione, rispetto a coloro che vivono nelle zone meno inquinate.

Questo rischio – rilevano gli esperti del Centre for Health and Society della Heinrich-Heine-University di Düsseldorf, in Germania – è simile all’effetto sulla pressione esercitato dal sovrappeso rispetto al normopeso. Tra il 2008 e il 2011, i ricercatori hanno misurato l’inquinamento atmosferico nel corso di tre distinti periodi di due settimane (per comprendere anche gli effetti stagionali), e in diverse zone per ogni luogo di rilevazione. Scoprendo che a ogni aumento di 5 microgrammi per metro cubo (5 mg/m3) di Pm2.5, il rischio di ipertensione cresce di oltre un quinto (+22%) nelle persone che vivono nelle zone più inquinate, rispetto a quanto avviene fra chi vive nelle zone meno inquinate.

Quanto all’esposizione cronica al rumore del traffico, gli esperti hanno scoperto che le persone che vivono in strade con molto passaggio di auto, con livelli di rumore medio notturno pari a 50 decibel, hanno un 6% in più di rischio di ipertensione rispetto a chi vive in zone più tranquille, con livelli medi di rumore al massimo di 40 decibel durante la notte. Barbara Hoffmann, docente di Epidemiologia ambientale a capo dell’analisi, avverte: “I nostri risultati mostrano che l’esposizione a lungo termine al particolato atmosferico è associata a una maggiore incidenza di ipertensione. Un aspetto molto importante è che questa associazione si ritrova anche nelle persone che vivono ben al di sotto degli attuali standard europei di inquinamento atmosferico. Ciò significa che l’attuale legislazione non protegge la popolazione europea adeguatamente dagli effetti negativi dello smog. Data la presenza ubiquitaria dell’inquinamento atmosferico, e l’importanza dell’ipertensione come più importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, questi risultati hanno importanti conseguenze per la salute pubblica e richiamano alla necessità di normative più severe sulla qualità dell’aria”. Lo studio ha infine registrato livelli medi più alti di inquinamento nelle aree di studio dell’Europa centrale e meridionale – Germania e Spagna – rispetto alle zone scandinave (Norvegia, Svezia e Danimarca). (AdnKronos)

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