Vaccini, Lorenzin: “Nel nostro Paese manca la cultura scientifica”

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“Nel nostro Paese manca la cultura scientifica, è venuto meno il fatto di informarsi sugli studi, di capire su cosa si basano i metodi scientifici. C’è un grande lavoro da fare proprio in un mondo pieno di informazioni, ma meno formato”. Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha spiegato ai microfoni di Sky Tg 24 il crescente atteggiamento anti-vaccini. Lorenzin si è detta “contenta” del fatto che “finalmente la questione della scienza e delle vaccinazioni sia uscita da un dibattito tecnico, diventando un tema dell’agenda del Paese”.

Da un lato, diamo per scontato le conquiste della scienza – ha proseguito – e non siamo più disposti a correre nessun piccolo rischio che può essere correlato a qualsiasi tipo di farmaco, anche quando prendiamo l’aspirina. Dall’altra parte, su internet è venuta meno l’indicazione delle fonti, quindi la parola di chiunque vale esattamente come quella di chiunque altro, non c’è più la comparazione in base ai fatti. Dobbiamo imparare a ricostruire uno spirito critico in base al fatto che le affermazioni devono essere provate, deve esserci un’evidenza”. Per il ministro, “purtroppo in Italia, come in altri posti, c’è una sconsiderata tendenza non scientifica, che non si basa su alcuna evidenza, pone delle correlazioni di rischio tra la vaccinazione e alcune patologie come l’autismo”. Correlazione “smentita da decine e decine di studi scientifici e clinici, fatti anche da agenzie indipendenti. I vaccini restano l’unica arma, la prima che abbiamo per combattere malattie che hanno seminato morte e menomazioni in tutto il mondo fino a quando non sono stati inventati i vaccini. Quando viene meno l’effetto gregge, basti pensare una città come Rimini dove siamo sotto il 65% di bambini e persone vaccinate, la malattia salta da una persona all’altra, ricostruendo focolai epidemici pericolosissimi”. 

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