Violento “downburst” con raffiche fino a 150 km/h flagella Genova: in Italia sono così rari questi fenomeni?

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I forti temporali e i nubifragi che nella giornata odierna hanno colpito le coste della Liguria, ed in modo particolare il genovesato e la stessa città di Genova, sono stati accompagnati da violente raffiche di vento create dai “downburst” delle singole “Cellule temporalesche” che componevano l’immensa linea di instabilità pre-frontale, estesa dalla Sardegna fino alla Lombardia settentrionale, dove proprio in queste ore si stanno sviluppando nuovi grossi “Cluster temporaleschi” in area pre-frontale, carichi di rovesci e temporali. Come evidenziato dalle successive radarate, poco prima del “landfall” sulle coste della Liguria, con i violenti “downbursts” che in tarda mattinata hanno flagellato il genovesato e i quartieri di Genova, il sistema temporalesco a mesoscala, dotato di una profonda attività convettivo di tipo “embedded”, presentava al proprio interno un probabile “mesociclone”, seppur di breve durata.

downbursts21Solitamente all’interno di questi complessi sistemi convettivi, che per tempo limitato provano a evolvere in fase “supercellulare”, grazie al supporto di intensi nuclei di vorticità positiva prodotti dallo “shear” del vento, si possono sviluppare diverse trombe marine e piccoli tornado che nei casi più estremi possono arrivare a lambire le aree costiere limitrofe. In questo caso però la violenza dei nuclei precipitativi, oltre all’imponenza della nube temporalesca, che con la propria sommità interamente ghiacciata sfondava i 12-13 km di altezza, è stata tale da creare “downbursts” molto intensi che sono stati capaci di scivolare verso i bassi strati (aria fredda e densa che dalle alte quote si riversa rapidamente verso i bassi strati), sotto violente raffiche lineari, impedendo quel processo di rotazione che porta allo sviluppo dei fenomeni vorticosi analoghi ai tornado.

Chiavari 02A scanso di equivoci va ribadito che le fortissime raffiche di vento che hanno spazzato i quartieri orientali di Genova durante il passaggio del fronte temporalesco odierno erano associate ad un poderoso “downbursts” in risalita dal Golfo, che si accompagnava a raffiche lineari che hanno a tratti raggiunto velocità di oltre 140-150 km/h.

downburstDa un punto di vista più squisitamente tecnico i “downbursts” corrispondono ad una colonna d’aria in rapida discesa che però incontra la superficie del suolo perpendicolarmente tendendo poi ad espandersi orizzontalmente (divergenza) in tutte le direzioni. Sono all’origine dei violenti colpi di vento che molto spesso accompagnato il passaggio di un intenso fronte temporalesco, specie durante il periodo primaverile ed estivo, ma anche in autunno e in pieno inverno. Essi si formano a seguito dell’intenso scompenso che si crea all’interno del temporale, sia una Cella singola o un complesso sistema Multicellulare (quest’ultimo è il caso odierno), fra “updraft” (forte corrente ascendente che alimenta il cumulonembo) e “downdraft” (forte corrente discendente che si localizza nell’area delle precipitazioni) e nella maggioranza dai casi sorgono da nubi cariche di pioggia e forti rovesci, la cui temperatura è più bassa rispetto all’ambiente circostante.

01Si innesca cosi un “gradiente termico” che fa aumentare la pressione nella nube temporalesca, causando un conseguente “gradiente barico” fra la zona temporalesca e le aree circostanti, molto più calde. Tale differenza barica genera un intenso e turbolento flusso d’aria verso l’esterno che serve a bilanciare la pressione. In genere, in presenza di fortissimi “updrafts” (correnti ascensionali all’interno dei cumulonembi) l’aria trasportata dalle correnti ascensionali riesce a raggiungere la parte sommitale del cumulonembo (l’incudine), ghiacciandosi e divenendo molto più pesante e gelida rispetto le masse d’aria circostanti. Si forma cosi una sacca d’aria molto fredda e pesante che con il supporto della forza gravitazionale tende a ridiscendere molto rapidamente verso la base del cumulonembo impattando col suolo tramite le precipitazioni.

maltempo genova Ferrovia Genova Nervi (3)Una volta raggiunto il terreno le forti raffiche di vento originate divergono dal punto di impatto determinando delle forti e alle volte violente raffiche di vento con velocità e direzione mutevole a seconda delle zone. La violenza delle raffiche, che in alcune aree periferiche di Genova hanno raggiunto picchi estremi di ben 140-150 km/h, ha prodotto inevitabili danni, con alberi sradicati, segnaletica stradale divelta.

La radarata del raro "bow echo" che il 10 Ottobre 2015 colpì le coste della Calabria ionica con venti ad oltre 150 km/h
La radarata del raro “bow echo” che il 10 Ottobre 2015 colpì le coste della Calabria ionica con venti ad oltre 150 km/h

Ma fenomeni così estremi, come quello avvenuto oggi su Genova, non sono poi così rari nel nostro paese, specialmente durante la stagione autunnale e in primavera. Tanto per fare un esempio, esattamente un anno fa, il 10 Ottobre 2015, dei violentissimi “downbursts”, associati ad un raro “bow echo” pre-frontale, ossia temporali associati a “Squall Line” (frontali o pre-frontali) che assumono la classica forma di un arco lì dove si manifestano (spesso davanti il muro che precede i forti rovesci di pioggia) violentissimi “downbursts”, ha devastato le coste della Calabria ionica, dal catanzarese al crotonese, con raffiche di vento violente, fino ad oltre i 150-160 km/h. La forza delle raffiche fu tale da riuscire ad abbattere persino una stazione di servizio e sradicare decine di alberi fra il catanzarese e il crotonese.

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