Ponte sullo Stretto, la Camera dice “no”: la commissione bilancio boccia l’emendamento sulla Grande Opera

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Tra gli emendamenti alla manovra che oggi la commissione Bilancio della Camera ha giudicato “inammissibili”, dando così una bocciatura, c’è anche quello a firma del deputato messinese di Area Popolare Vincenzo Garofalo che dichiarava “infrastruttura prioritaria per lo sviluppo del Paese il collegamento stabile ferroviario e viario tra la Sicilia e il continente“, vale a dire il Ponte sullo Stretto. Il testo prevedeva, tra l’altro, la nomina del presidente dell’Anas a commissario per la realizzazione dell’opera e l’aggiornamento del progetto definitivo. L’emendamento riguardava l’articolo 21 della manovra, che stabilisce il fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, che dispone a questo scopo di 1,9 miliardi per il 2017, 3,15 miliardi per il 2018, 3,5 miliardi per il 2019 e 3 miliardi ogni anno dal 2020 al 2030. L’emendamento stabiliva che una quota di questo fondo sarebbe andata a finanziare appunto il Ponte. Con questa bocciatura, di fatto la maggioranza del parlamento che fa capo al Governo Renzi smaschera i recenti annunci del premier Renzi che in più occasioni si era detto favorevole alla realizzazione del Ponte.

Gli emendamenti alla legge di Bilancio a non aver superato l’esame dell’ammissibilita’ in commissione perche’ estranei alla materia della manovra o perche’ senza copertura, oltre a quello sul Ponte sullo Stretto, c’è anche quello per il pecorino romano Dop, quello presentato per “introdurre norme per la realizzazione di un pozzo di trivellazione per il monitoraggio del sottosuolo nei territori colpiti dal sisma del 24 agosto”. Sotto la scure della commissione e’ finito anche all’emendamento che “istituisce e disciplina un fondo per l’odontoiatria” e quello che “sopprime le Prefetture-uffici territoriali del Governo”. Cassata anche la proposta “concernente l’attribuzione di somme al comune di Merano per il locale ippodromo” (il bellissimo e storico impianto ‘Maia’ alle porte della cittadina nel cuore delle Alpi) e quella che prevedeva “che i conducenti di taxi rilascino ricevuta fiscale”. Negata anche la richiesta di autorizzare “la spesa di 1 milione di euro per il 2017, 3 milioni per il 2018 e 5 milioni per il 2019, 2020 e 2021 per celebrare la vita e le opere di Gioacchino Rossini, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio e Dante Alighieri” e quella che assegnava “un contributo di 200.000 euro per il 2017 per il bicentenario della Fondazione del Teatro Marruccino di Chieti”.

Ponte sullo Stretto, Ruvolo: “favola ferma a c’era una volta…”

“‘C’era una volta un progetto per unire la Sicilia al resto del Continente’. Potrebbe iniziare cosi’ la bella favola del Ponte sullo Stretto di Messina, una storia iniziata nel 1942 di cui pero’ non e’ mai stato scritto altro se non l’incipit”, afferma il senatore siciliano del gruppo Ala Giuseppe Ruvolo. “Al di la’ della necessita’ di investire in Sicilia sulle infrastrutture interne, degne di un paese del terzo mondo – spiega – di risolvere prima tante altre emergenze del territorio, quella del Ponte e’ una vicenda che in 75 anni ha affascinato tutti: da Mussolini a Craxi, da Prodi a Berlusconi, da Lunardi a Renzi per finire con Alfano. E di tutti gli statisti italiani non ce n’e’ stato uno che sia riuscito a far costruire anche solo un pilone. Nel 1942 Benito Mussolini annunciava: ‘E’ tempo che finisca questa storia dell’isola: dopo la guerra faro’ costruire un Ponte’. E da quegli anni li’ di acqua sotto i ponti ne e’ passata tanta, ma non sotto quello sullo Stretto di Messina che resta una chimera mentre delle altre impellenti emergenze della Sicilia si sceglie di non parlare e i siciliani, che probabilmente non avranno mai nemmeno il Ponte, continueranno a metterci ore e ore per spostarsi da Trapani a Messina, vedranno crollare come ogni inverno ponti e collegamenti come accaduto al Ponte Verdura, al Petrulla e al viadotto Himera”. “I ponti crollano, ma i responsabili non si trovano. E ancora: assisteranno – conclude – ad eventi drammatici di dissesto idrogeologico, vedranno negozi e attivita’ chiudere, imprese agricole al collasso con le arance che restano sugli alberi perche’ il mercato e’ messo in ginocchio non solo dalla concorrenza africana ma soprattutto dalla mancanza di infrastrutture: ponti, ferrovie, strade, aeroporti…”.

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