Rinnovabili: l’Alto Adige punta sulla cogenerazione da biomassa

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L’Alto Adige è la provincia italiana con la più alta densità di impianti di cogenerazione (produzione combinata di elettricità e calore) da biomassa. In diverse zone della provincia di Bolzano, imprese e privati cittadini hanno deciso di investire su questa tecnologia. Attualmente, nel territorio altoatesino, sono in funzione quasi 40 piccoli impianti che producono energia tramite la gassificazione di materiali legnosi, appositamente prodotti per fini energetici, oppure derivanti dagli scarti della lavorazione del legno, come pellet, bricchetti o cippato. L’energia termica viene sfruttata per il teleriscaldamento, mentre quella elettrica, ricavata dalla combustione dei gas ottenuti dalla biomassa,- è immessa in rete e rivenduta. I vantaggi e le possibilità dalla cogenerazione da biomassa in territorio alpino saranno al centro del convegno “?CHP 16 micro cogeneration through biomass gasification” dedicato alla gassificazione di piccola scala della Libera Università di Bolzano (2 e 3 dicembre), occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della tecnologia e su quali strategie economiche possano rendere questa produzione energetica più sostenibile. ”Gli impianti per la cogenerazione da biomasse di piccole dimensioni rappresentano una soluzione energetica efficiente dal punto di vista ambientale, soprattutto in una regione come la nostra, dove i materiali legnosi di scarto delle lavorazioni sono molto abbondanti“, spiega Marco Baratieri, responsabile del laboratorio Bioenergy & Biofuels e docente di Fisica Tecnica Industriale alla Facoltà di Scienze e Tecnologie. “Purtroppo – aggiunge – il trend europeo negativo degli incentivi a questa forma di produzione di energia alternativa impone la necessità di rivederne la gestione”. La prima parte del convegno sarà dedicata alle novità della tecnologia per la cogenerazione da biomassa; la seconda si concentrerà sulle strategie che i progettisti possono adottare per rendere i piccoli impianti un’alternativa attraente e praticabile economicamente, anche con ridotti incentivi pubblici. ”Una possibilità – spiega Baratieri – potrebbe essere lo sfruttamento degli scarti del processo di gassificazione, in particolare il residuo carbonioso, simile alla carbonella (char)”. A questo proposito, il team di Baratieri sta sviluppando una ricerca che permetterebbe di ottenere gas più pulito usando il char come mezzo filtrante, aumentando così l’efficienza complessiva e abbattendo i costi, dato che attualmente sia il char che i catrami derivanti dalla filtrazione del gas vanno smaltiti. Nel convegno non mancherà una parte pratica. La seconda giornata sarà infatti riservata alla visita guidata a uno degli impianti di cogenerazione a biomassa dell’Alto Adige. Durante l’escursione sul campo, i ricercatori illustreranno le metodologie per il monitoraggio e la valutazione energetica di questo tipo di impianti.

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