Agricoltura: l’olio delle Marche verso il marchio Igp

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Il 17 dicembre 2016 la Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ue la richiesta del Consorzio Marche Extravergine per ottenere il marchio Igp Olio ‘Marche’, un traguardo atteso da 23 anni. Entro tre mesi, salvo opposizioni da parte di altri Stati membri o Paesi terzi, verrà definitivamente adottato il regolamento di iscrizione dell’Igp nel registro europeo delle indicazioni geografiche. Con lo 0,4% di acidita’ massima e la presenza di polifenoli nella misura di 200 mg/kg, si pone al top tra i 45 oli italiani gia’ registrati: 42 Dop (Denominazione d’origine protetta) e 3 Igp (Indicazione geografica protetta).

“Chiudiamo l’anno con la tragedia del terremoto, ripartiamo con la speranza per il futuro – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Anna Casini -. Una cosa grandissima che si aspettava da tempo, e’ arrivata anche in un momento particolare per la nostra regione”. Si puntava alla registrazione di più Dop, ma l’ipotesi e’ stata subito accantonata in quanto le Marche rappresentano appena lo 0,5-0,7% della produzione oleicola nazionale. Ma l’Igp, ha rimarcato Casini, “non va vista come un ripiego, ma come una scelta consapevole, in quanto strumento piu’ adatto alla nostra realta’ produttiva”. L’indicazione Igp ‘Marche’ e’ riservata all’olio extravergine ottenuto da olive prodotte in una zona che comprende circa il 76% del territorio marchigiano.

Di colore giallo verde, è un olio caratterizzato da un fruttato medio, verde, amaro, piccante medio, con piccole oscillazioni verso l’intenso o verso il leggero, legate a parametri agronomici, tecnologici e all’annata. Le varietà di oliva che concorrono, in maniera predominante, all’Igp ‘Marche’ sono 12, di cui 10 autoctone (Ascolana tenera, Carboncella, Coroncina, Mignola, Orbetana, Piantone di Falerone, Piantone di Mogliano, Raggia-Raggiola, Rosciola dei Colli Esini e Sargano di Fermo) e due (Frantoio e Leccino) coltivate da circa un secolo. In controtendenza rispetto ad altre colture marchigiane, l’olivo ha conosciuto, negli ultimi 30 anni, un’espansione, passando da circa 6.500 ettari dei primi anni ’80 ai 13.515 del 2010 (dati Istat). Le aziende olivicole marchigiane (ultimo censimento) sono 25.458 – di cui 1.474 biologiche – sulle complessive 44.866. Non tutte le 25mila sono specializzate, ma tutte hanno l’olivo presente nei poderi. La produzione oscilla mediamente tra i 250 mila e i 350 mila quintali di olive raccolte e tra i 35 mila e i 50 mila quintali di olio. I frantoi sono 156, pari a circa il 3% del totale nazionale.

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