A Porto Sant’Elpidio (Fermo) c’è qualcosa che ricorda il Natale, ma che poi in fondo troppo natalizio non è: si tratta delle strutture litoranee che ospitano i terremotati. Luoghi in cui più che l’atmosfera natalizia si respira la ferita di aver perso un pezzo di vita nel terremoto di ottobre, una ferita che durante queste feste diventa ancora più profonda. “Ci sforziamo di fare il massimo per queste persone, di creare un clima familiare e accogliente, – dice Daniele Gatti, direttore del Camping Holiday che ospita l’hub dell’emergenza e il maggior numero di terremotati – anche grazie alla disponibilita’ di molti volontari”.
Sono più di 500 gli sfollati, fra cui 30 ragazzi tra i 6 e i 14 anni. ‘‘Teniamo aperto l’oratorio anche la domenica, in modo che possano incontrarsi, – spiega il parroco don Andrea – e poi ci sono numerose iniziative gestite dalle associazioni di volontariato, anche se loro, i terremotati, tanta voglia di far festa non ce l’hanno, ed è comprensibile”. Ma il presepe c’è ed il giorno di Natale la messa sarà celebrata all’interno del camping dal vescovo di Fermo, mons. Luigi Conti, anche il pranzo del 25 dicembre e il cenone di fine anno sono in preparazione e verranno serviti nelle varie strutture ricettive. “Qui alle Mimose – racconta Roberta Sabbatini, titolare di una struttura dove alloggiano 240 terremotati – stiamo completando la lista di adesioni per il pranzo di Natale e ci stiamo organizzando per il cenone di San Silvestro, anche con alcuni animatori. Diversi sfollati mi hanno chiesto di poter partecipare alla preparazione dei menu’ con specialita’ delle loro terre, un modo per sentirsi più a casa”.
In teoria a gennaio molte famiglie dovrebbero lasciare Porto Sant’Elpidio per tornare nelle case dichiarate agibili con piccoli interventi. Ma il sindaco Nazareno Franchellucci sottolinea: ”in molti borghi le abitazioni sono ‘superstiti’ nel vuoto tutto attorno, e le famiglie, specialmente quelle con figli, vorrebbero restare qui, magari in affitto, per far proseguire l’anno scolastico ai ragazzi nelle nostre scuole”. Ulteriori fondi per la ricostruzione verranno raccolti in uno spettacolo in allestimento al Palasport comunale su iniziativa dei terremotati che fanno i pendolari con Visso, anche se non è ancora stata definita la data. La voglia di reagire c’è, ma ‘‘il peso psicologico di non avere piu’ punti di riferimento e’ il dramma più grande’‘ osserva il dott. Franco Cencetti, medico di base, che non ha mai abbandonato i suoi pazienti dispersi negli hotel. Anche lui ha la casa inagibile, e si è dovuto ”arrangiare”. Ciononostante ha voluto ‘‘esserci sempre”. ”Dare continuita’ e’ importante, spesso uno sguardo rassicurante vale piu’ di mille parole”. ”I miei pazienti sono stanchi certo, ma hanno voglia di andare avanti. Sara’ un Natale difficile, senz’altro diverso per questo contesto marittimo, insolito per chi e’ abituato alla montagna”.