Nebbie, galaverne e freddo anche in pieno giorno su valli, conche e pianure. Gran sole, con cieli limpidi e clima insolitamente mite in montagna, con valori anche ben oltre la soglia dello “zero termico” sulle cime dell’Appennino e sulle Alpi. Insomma, sembra di rivivere l’incubo “anticiclonico” dello scorso Dicembre 2015, quando la persistenza di un imponente promontorio anticiclonico di blocco causò un lungo periodo siccitoso su gran parte del centro-nord Italia che causo un eccezionale accumulo di sostanze inquinanti sulle grandi città del nord, da Torino fino alle coste di Veneto e Romagna. E purtroppo nei prossimi giorni, con la persistenza dell’ingombrante regime anticiclonico europeo, la situazione sarà destinata ulteriormente a peggiorare. La scarsa ventilazione presente nei bassi strati, a causa di un “gradiente barico” molto “lasco”, sommandosi alle “Subsidenze atmosferiche” (lenti moti discendenti in seno alla colonna d’aria) prodotte dallo stesso anticiclone, contribuiranno a schiacciare la massa d’aria fredda, contente lo smog, nei bassi strati, in prossimità del suolo, continuando a rendere l’aria sempre più malsana, e non solo nei grandi centri urbani, ma anche nelle aree circostanti.
Nel corso della prossima settimana l’aria rischia di farsi sempre più velenosa per via degli elevatissimi tassi di inquinamento, indotti dalla presenza di una circolazione atmosferica molto “lasca” e dalla persistenza delle inversioni termiche da irraggiamento in prossimità del suolo. Le situazioni più critiche ormai le registriamo da giorni attorno i grandi centri urbani del centro-nord, in modo particolare sulla pianura Padana, dove le concentrazioni delle polveri sottili supereranno abbondantemente il limite di attenzione, arrivando a raggiungere valori veramente molto elevati, non lontano da quanto visto durante il Dicembre 2015. Purtroppo l’assenza di ventilazione, la mancanza di precipitazioni e la persistenza di uno “strato inversivo” in prossimità del suolo fanno in modo che la qualità dell’aria peggiori, raggiungendo concentrazioni davvero molto pericolose per la salute.
E non solo nei grandi centri urbani o lungo le periferie, ma anche in aree poco urbanizzate o in aperta campagna, lì dove la debolissima ventilazione di brezza riesce a trasportare buona parte di queste sostanze inquinanti fuori dall’area di emissione. Non è un caso se da diversi giorni in numerose città si superano anche abbondantemente i livelli di guardia della concentrazione dei PM 10, ossia quel materiale costituito da polvere, fumo, microgocce di sostanze liquide denominato in gergo tecnico aerosol. L’aerosol altro non è che un insieme di particolati, ovvero particelle solide e liquide disperse nell’aria con dimensioni relativamente piccole. Queste particelle presenti nell’atmosfera sono indicate con molti nomi comuni: polvere e fuliggine per quelle solide, caligine e nebbia per quelle liquide. Nei prossimi giorni, data la persistenza del campo anticiclonico, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente anche sulle aree pianeggianti di Toscana, Lazio e Campania, dove si rischia di sforare la soglia d’attenzione.