Osso del pene scomparso nell’uomo, “colpa” della monogamia

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Uno studio scientifico fa luce su un dettaglio intimo caratteristico dei maschi della specie umana rispetto anche ad altri primati: la mancanza dell’osso del pene. La ricerca, pubblicata su ‘Proceedings of the Royal Society B’ da Matilda Brindle e Christopher Opie, dell’University College di Londra Anthropology, fa luce sulla funzione e l’evoluzione di questo osso, il baculum. Ebbene, il baculum – la cui lunghezza e forma può variare molto – si sarebbe evoluto nei mammiferi tra 145 e 95 milioni di anni fa. Stando allo studio, la sua presenza favoriva i maschi nella competizione per accaparrarsi le femmine. Ma questo accadeva nelle “specie in cui i maschi affrontano alti livelli di competizione sessuale post-copulatoria“, spiega Brindle. Una situazione tipica dei sistemi poligamici, dicono i ricercatori. E proprio la pratica della monogamia ne avrebbe reso ‘inutile’ la presenza nell’uomo. Scimpanzé e bonobo ancora oggi, ricordano gli studiosi, hanno un baculum, pur se molto piccolo (6-8 mm), e rapporti di breve durata, ma il loro sistema è caratterizzato dalla poligamia, e la competizione fra i maschi è elevata. Ecco perché l’osso è rimasto in queste specie. Secondo Opie, “dopo che i progenitori degli esseri umani si sono allontanati dal lignaggio di scimpanzè e bonobo e il sistema di accoppiamento è andato verso la monogamia, la pressione evoluzionistica a conservare il baculum è scomparsa“. E l’osso si è perso già nei progenitori dei moderni esseri umani.

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