Referendum, donna protesta per la matita “cancellabile” che in realtà era indelebile: denunciata per “interruzione di pubblico servizio” e “procurato allarme”

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I carabinieri della stazione di San Biagio Platani (Ag) hanno denunciato una donna per le ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio e procurato allarme. Domenica scorsa, in occasione delle consultazioni referendarie, la donna aveva espresso la propria preferenza nella cabina elettorale, protestando per la non “indelebilità” della matita copiativa utilizzata. La situazione è stata ripresa dai carabinieri e dagli addetti al seggio, causando la momentanea interruzione delle attività di voto.

Tale scena si è ripetuta in molti seggi italiani dopo che sul web e nei social era stato lanciato l’allarme-bufala sulle “matite cancellabili” invitando gli elettori a portarsi una penna da casa per votare: cosa che avrebbe portato, per le legge, all’annullamento del voto. Il primo a lanciare lo pseudo allarme era stato Piero Pelù, con un post durante il quale affermava che la matita da lui utilizzata per votare era cancellabile. Da quel momento è stata un’ascesa di psicosi ed hastag #matitecancellabili che diventava uno dei trend topic della giornata di elezioni costringendo il Viminale ad un intervento chiarificatore: la matita copiativa non si cancella infatti sulla scheda elettorale,in quanto è un particolare tipo di matita con mina composta da grafite e altri elementi chimici, la cui traccia è indelebile (è cancellabile solo per abrasione), inoltre le operazioni di spoglio erano pubbliche. Insomma, niente scrutatori pronti a cancellare migliaia di schede, ma la signora di San Biagio Platani ha protestato con troppa insistenza, finendo denunciata dai militari dell’Arma.

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