Nel mondo è allarme osteoporosi. In particolare ad aumentare sono fratture vertebrali, che stanno raggiungendo quelle del femore. Un italiano su 2 tra i 15 e gli 80 anni ha segni di artrosi. Mentre l’osteoporosi colpisce 1 donna su 3 in menopausa. A segnalare l’emergenza è la Fondazione italiana per la lotta contro l’artrosi e l’osteoporosi (Aila). La Fondazione si occuperà di sensibilizzare alla prevenzione dell’osteoporosi in occasione della XV edizione del “Premio Aila Progetto Donna”, che si terrà domani all’auditorium Parco della Musica di Roma. La serata sarà presentata da Fabrizio Frizzi. Le fratture vertebrali, spiega Aila, sono veri e propri crolli strutturali che provocano dolore e impotenza funzionale e richiedono interventi riparatori come la vertebroplastica. Il fenomeno è legato all’invecchiamento della struttura ossea. Ma oggi si può fare molto puntando sulla prevenzione. Fondamentale in questo senso scongiurare la carenza di vitamina D.
“La popolazione over 60 è in grande percentuale carente di vitamina D – spiega il presidente di Aila, Francesco Bove – Questo fattore sta diventando un fenomeno diffuso come in altri Paesi per la mancata esposizione al sole e per il filtro costituito dall’inquinamento dell’atmosfera”. “E’ fondamentale anche il ricorso alla diagnosi precoce attraverso la Moc: si tratta di un estratto conto del nostro patrimonio osseo – spiega Bove – che può accendere campanelli d’allarme e far correre ai ripari, valutando la carenza di vitamina D e assicurando l’apporto di calcio con la dieta o con gli integratori e, nei casi più importanti, ricorrendo ai farmaci”.Per l’artrosi “bisogna adeguare le attività sportive e le attività usuranti anche lavorative – osserva il presidente di Aila – evitando sovraccarichi strutturali, iper sollecitazioni delle articolazioni e non sottovalutando i micro traumi che possono accelerare il consumo della cartilagine”.
Ma attenzione anche ai giovani: “Stili di vita e diete sbagliati, nelle fasi della crescita e dello sviluppo, possono compromettere il patrimonio osseo che ha il picco massimo intorno ai 25 anni”. “L’osteoporosi provoca le famigerate fratture: le fratture collo-femore determinano un costo di 1 miliardo di euro l’anno, poi ci sono le fratture altamente invalidanti della colonna vertebrale, che determinano un costo che si sta avvicinando a quello di collo-femore. Per poter combattere le due patologie – conclude – e ridurre l’iter dei fenomeni degenerativi che colpiscono il nostro apparato scheletrico serve una campagna di informazione”.