Anche le due stazioni italiane in Antartide hanno registrato il Terremoto di magnitudo momento 6.5 del 30 ottobre che ha colpito l’Italia Centrale. Queste registrazioni saranno utili al fine di studiare la struttura interna della Terra e ad effettuare ricerche più affinate della placca antartica, in corrispondenza della posizione delle stazioni stesse, a Baia Terra Nova (base Mario Zucchelli, MZS) e a Dome C (Concordia Base), entrambe implementate nell’ambito del Progetto Nazionale per la Ricerca in Antartide (PNRA). La prima stazione è stata installata durante la campagna 1988-89, mentre la seconda nel 2000-2001. Da allora entrambe hanno fornito registrazioni di eventi sismici avvenuti in ogni parte del globo. Si tratta di rilevamenti importanti in quanto le onde prodotte dai grandi terremoti permettono di indagare la costituzione dell’interno della Terra.
Dal punto di vista sismico, l’emisfero Sud è molto meno monitorato con strumentazioni rispetto all’emisfero Nord, anche per la minore estensione di terre emerse rispetto a quest’ultimo. Avere delle stazioni di rilevamento in Antartide è dunque di fondamentale importanza per completare la copertura del globo: ad oggi si sa ancora poco sulla sismicità dell’Antartide, a causa proprio della scarsità di osservazioni strumentali. Si sa che l’Antartide non ha alti livelli di sismicità, ma l’Ingv non può escludere a priori che ce ne sia una di basso livello solo perché mancano le reti locali in grado di rilevarla. Sicuramente esistono piccoli eventi sismici dovuti allo scorrimento dei ghiacciai sulle rocce sottostanti. Un altro aspetto poco conosciuto in Antartide riguarda le dinamiche del mantello che danno origine ai fenomeni di vulcanismo. Il numero limitato di osservatori geofisici in Antartide e nell’emisfero australe condiziona fortemente gli studi di sismicità globale e le conoscenze sulla struttura profonda della terra. Gli Osservatori Sismologici di MZS, Baia Terra Nova, e di Concordia, Dome C, mitigano in qualche modo il vastissimo gap presente in Antartide, e le serie storiche di dati raccolti in forma continua sono preziose per lo studio della struttura della litosfera e del mantello superiore; della struttura elastica del nucleo interno e del mantello profondo; della sismicità locale, regionale e globale; e, infine, della placca antartica, attraverso l’analisi dei dati sismografici e la modellazione delle onde di superficie.